Provincia di Caserta

Lui la picchia selvaggiamente e lei lo ama ancora…

E’ accusato di lesioni gravissime e non di tentato omicidio Antonio Caliendo che, giorni fa, ha picchiato violentemente la sua fidanzata, Rosaria Aprea, di 20 anni, da domenica scorsa ricoverata all’ospedale di Caserta.

Le condizioni della ragazza, aspirante miss di Macerata Campania, lentamente migliorano. Ma, intanto, le sue ultime dichiarazioni riportate dalla stampa, dove lei si e’ detta ancora innamorata del suo compagno e ha auspicato che esca dal carcere, hanno destato sorpresa negli ambienti investigativi.

A verbale, infatti, la ragazza, sentita dal pm Antoniella Cantiello, aveva confermato la violenza e la gelosia di Caliendo; così come aveva confermato che non era la prima volta che veniva picchiata dall’uomo dal quale ha avuto anche un bimbo.

Delle numerose aggressioni raccontate agli inquirenti, solo in un caso la ragazza ha presentato denuncia per lesioni nei confronti del compagno: fu a Pesaro nel 2011, durante un concorso di bellezza cui stava partecipando. Anche per l’ultima aggressione la ragazza – si è appreso oggi in ambienti investigativi – non ha presentato alcuna denuncia: per il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere si procede d’ufficio.

”Rosaria mi ha detto che ama ancora Antonio, ma al momento non so dire se tornerebbe davvero con lui. Di certo dopo i primi momenti di rabbia e sconforto ha ritrovato una maggiore lucidità ed è dispiaciuta per quello che sta passando il suo compagno”. E’ quanto ha riferito l’avvocato Carmen Posillipo, legale dell’Aprea. ”In ogni caso – ha spiegato il legale – è rimasta male per le tante inesattezze riportate in questi giorni dai media. Per questo – ha concluso – non parlerà più con la stampa”.

Stare accanto ad un uomo geloso e’ come avere una pistola puntata alla tempia. Il caso di Rosaria, la Miss ventenne che, picchiata dal fidanzato, ha subito l’asportazione della milza per le percosse e torna da lui per amore, rappresenta un pessimo esempio per le donne che vivono situazioni simili“. La psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente dell’Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico), non usa mezzi termini per descrivere, secondo il suo parere, la gravità del gesto della ragazza picchiata qualche giorno fa a Caserta dal fidanzato. Un “gesto di autocondanna“, sostiene l’esperta.

Le donne che tornano dai compagni dopo aggressioni fisiche violente purtroppo non sono poche. E’ il senso di colpa quello che spinge queste povere vittime a perdonare – spiega la psicoterapeuta – I sensi di colpa hanno una dimensione molto profonda, radicata tra le maglie delle esperienze vissute fin da piccoli, dei percorsi emotivi maturarti nelle varie età. Molte donne dopo essere state vittime si sentono, nel reagire, responsabili della vita del loro stesso carnefice. Non hanno il coraggio di proteggersi se questo procura sofferenza all’uomo che dicono di amare. Anche se sono state picchiate, oltraggiate, segregate si sentono responsabili del comportamento dell’aggressore, che spesso è il poverino che non si rendeva conto di ciò che stava facendo e per questo non colpevole’‘.

”Nei loro percorsi mentali – aggiunge l’esperta – riescono a trovare comunque una giustificazione per tornare dal loro uomo pazzo di gelosia. Sono donne fragili, emotivamente provate, alle quali manca la forza di reagire, di proteggersi, soprattutto emotivamente, liberandosi di un compagno sbagliato. La paura di rimanere sole, di essere cattive, di aver abbandonato qualcuno che le amava così tanto da fare pazzie per loro, rischia di costruire un’idea assolutamente malata dell’amore“.

Secondo la Vinciguerra, “si tratta di donne che vanno sostenute, che vanno aiutate a ricostruire il rapporto con la realtà. Probabilmente ci troviamo di fronte a donne con dei grandi vuoti interiori, con gravi problemi d’insicurezza ed inadeguatezza che vengono colmati da personaggi possessivi e manipolatori che riescono a far percepire alla vittima una soluzione del loro disagio e spesso riescono anche a farla sentire responsabile delle aggressioni“.

Da parte nostra ci auguriamo che Rosaria Aprea non ritorni più agli “onori” della cronaca quale vittima di un’ulteriore e ben più grave aggressione con conseguenze peggiori delle ultime subite (asportazione totale della milza).

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