Caserta

Arrestato Giuseppe Gravante, patron di “Foreste Molisane”

Gli uomini del Corpo Forestale di Caserta hanno arrestato l’imprenditore Giuseppe Gravante, 75 anni, storico patron di società casertane operanti nel settore zootecnico e agroalimentare per la produzione, trasformazione ed imbottigliamento del latte a marchio  “Foreste Molisane“.

L’accusa è di aver smaltito rifiuti zootecnici svervandoli nel fiume Volturno, minacciando i propri dipendenti di licenziarli se si fossero opposti.

A dare il via all’inchiesta è stato un ex dipendente: l’uomo si è autodenunciato perché “pentito” di aver preso parte negli anni alla condotte illecite ordinate da Gravante, impegnato da oltre 40 anni nel settore zootecnico e proprietario di vari allevamenti e di un grande stabilimento nel comune casertano di Gioia Sannitica dove fino al novembre scorso avveniva l’imbottigliamento di latte rivenduto con il marchio Foreste Molisane.

E dopo la sua testimonianza ne sono venute altre che hanno svelato anche come il latte scaduto fosse mischiato con quello in lavorazione e poi venduto, secondo quanto detto dalla Procura.

L’imprenditore, che si trova agli arresti domiciliari su disposizione del gip di Santa Maria Capua Vetere, è accusato di vari reati tra cui estorsione e smaltimento illecito di rifiuti.

Gravante, 75 anni, secondo le indagini, dal 1994 a qualche mese fa avrebbe costretto i lavoratori a sversare nel Volturno gli escrementi provenienti dal suo allevamento bovino, quasi 3500 capi, che ogni giorno hanno prodotto un inquinamento del fiume pari a quello di una città di 24 mila persone.

Dai racconti degli altri dipendenti pentiti alla Procura, è emerso che nel Volturno sarebbero finiti, attraverso un sistema di pompe idrauliche e canalizzazioni, non solo gli escrementi degli animali, ma anche i reflui delle sale di mungitura, e le acque di lavaggio delle stalle contaminate da detergenti ed acidi fortemente tossici.

Gli sversamenti, hanno accertato gli investigatori, venivano effettuati soprattutto in orario serale e notturno, al fine di eludere i controlli, o quando pioveva, approfittando del fatto che le acque del fiume erano rese limacciose dalla pioggia, rendendo poco visibile quanto vi veniva introdotto.

Inoltre, sostiene un dipendente, il latte scaduto veniva mischiato con quello in lavorazione e poi commercializzato: “Spesso il reso delle bottiglie veniva nuovamente distribuito per la produzione in corso e mischiato al latte fresco”.

Gravante da oltre 40 anni è proprietario di vari allevamenti e di un grande stabilimento nel comune casertano di Gioia Sannitica dove, fino al novembre scorso, avveniva l’imbottigliamento di latte rivenduto con il marchio “Foreste Molisane“.

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