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Nona sconfitta, Barbagallo si infuria con gli arbitri, Atripaldi se ne va, Iavazzi aggredito

La Juvecaserta perde ancora ed incassa la nona sconfitta consecutiva. Anche Trento passa al Palamaggiò (88-­90) al termine di una gara incredibile dove è accaduto tutto ed il contrario di tutto. Il clima al Palamaggiò è caldissimo con tanto di striscione esposto contro il general manager Marco Atripaldi con un eloquente ‘Vattene‘ che rende ancora più importante la sfida con Trento alla vigilia della impossibile trasferta di Milano e con un laconico 0­8 in classifica.

Zare Markovski ha finalmente a disposizione Michele Vitali e lo lancia sul parquet dal primo minuto. Ma l’inizio dei bianconeri e soprattutto di Young è scioccante, con due perse ed un’infrazione di 8 secondi che fanno mugolare il Palamaggiò dopo neanche un minuto. La risposta immediata di Michelori con un’entrata ‘fisica’ ridà fiato alle trombe, così come l’ingresso di Amedeo Tessitori, all’esordio stagionale, che in due minuti subisce due falli e segna i primi punti bianconeri con un 2/2 dalla lunetta. Quattro punti consecutivi di Scott fanno viaggiare Caserta sul 10­4 al 5′, ma la reazione di Trento è immediata. Owens e Mitchell ricuciono subito lo strappo e permettono ai viaggianti di mettere la testa avanti. E’ solo un indomabile Ivanov a permettere ai padroni di casa di chiudere avanti il primo quarto appoggiando un cioccolatino servito da Ronald Moore (20­19 al 10′).

Il bulgaro apre anche il secondo quarto dalla lunetta, poi Moore si ‘guadagna’ un antisportivo dopo aver rubato palla a Spanghero, ma dalla lunetta gode solo a metà (1/2). Trento non approfitta di 3 errori consecutivi di Young in difesa (sul quale piovono fischi costanti dalla tribuna) ed ancora Ivanov prova a firmare l’allungo bianconero con gioco da 3. Young in contropiede si libera dei fantasmi e Caserta vola sul +10 al 13′ con la bomba di Tommasini. Spanghero suona la riscossa trentina, poi Mitchell e Owens si caricano sulle spalle la squadra e gli ospiti impattano al 18′ (33­33). Young, tra una palla persa ed un’altra, si ricorda di essere anche un buon giocatore di basket giocato e piazza due bombe in piena libertà che fanno esplodere i tifosi. Trento, operò, ha due arme letali in Owens e Mitchell che non permette agli uomini di Markovski di allungare. L’ultimo minuto inizia con una palla recuperata da Moore che serve un cioccolatino a Young, ma dall’altra parte non è da meno Spanghero che offre 2 punti facili facili a Pascolo. L’ennesima porcata in difesa dei bianconeri di casa (stavolta tocca a Scott) regala l’ultima azione e gli ultimi due punti a Pascolo che permette a Trento di mettere la testa avanti all’ultimo secondo (41­42 al 20′).

Il terzo periodo si apre con un Ronald Moore indiavolato, capace di segnare 8 punti in 2 minuti, quanto basta a Caserta per allungare sfruttando gli errori (non pochi) anche da parte di Trento. Peccato per i bianconeri di casa che coach Buscaglia abbia un duo americano, Mitchell­Owens, on fire dai primi minuti, e capace di ricucire tutti gli strappi della Juve, con azioni spettacolari ed imponenti, come la schiacciata di Mitchell al 25′ che riporta avanti gli ospiti (52­54). Young segna da 3, ma prima Sanders e poi Mitchell (che firma il 22esimo punto in 22 minuti di gioco) danno il massimo vantaggio agli ospiti al 26′ (55.60). Caserta litiga (e tanto) col ferro e Buscaglia trova anche i punti di Grant (praticamente anonimo fino agli ultimi 3′ del quarto) che permettono ai bianconeri ospiti di restare avanti anche alla sirena (63­67 al 30′).

Gli ultimi 10 giri di lancette vengono aperte da uno straboccante Sam Young che firma 11 punti in un amen, portando Caserta al pareggio grazie anche ai 2 punti di Ivanov raccolti dalla spazzatura (76­76 al 34′). Trento s’aggrappa a Owens ed a qualche chiamata arbitrale non proprio ‘casalinga’, come il fallo antisportivo fischiato a Tessitori al 36′ su un’entrata di Owens che permette al 13 in canotta nera di far volare Trento al nuovo massimo vantaggio (76­84 al 37′). Scott mette una bomba che ridà fiato alle trombe di Markovski ma poi è lo stesso numero 34 a perdere un pallone incredibile sulla ripartenza ed un’entrata forzatissima di Vitali a ridare spazio agli ospiti che volano sul +7 a 120 secondi dal termine. Markosvki trova un Ivanov da 7 punti in un minuto e Caserta si ritrova, quasi miracolosamente, in partita, riuscendo ad impattare con 2 liberi di Young quando mancano 47 secondi al termine. Ma quello che accade poi ha dell’incredibile: Mitchell subisce un fallo (discutibile il fischio)  da Vitali e fa 1/2. Caserta ha dunque l’opportunità di passare in vantaggio, ma Vitali decide di sparare da 3, vedendo il tiro cacciato dal ferro. Mitchell torna dalla lunetta e questa volta non sbaglia, imitato pochi secondi dopo da Young. Ad 8 secondi dalla fine, l’ultimo viaggio dalla lunetta dal numero 1 in canotta nera ridà speranza a Caserta, con un ½ che permette a Caserta di avere la palla del pareggio. Palla che capita nelle mani di Vitali, lasciato clamorosamente libero in attacco, ma il cui terzo tempo viene interrotto da Owens con la palla che si incastra tra tabellone e ferro. Gli arbitri danno la palla contesa (e che dunque finisce nelle mani di Trento) spegnendo le ultime speranze di Caserta, che perde la partita (88­90) ed anche, forse, l’ultima speranza di rimettersi in carreggiata per la salvezza.

(Giuseppe Perrotta)

JUVECASERTA– Trento 88-90

(1/4: 20-19; 2/4: 41-42 (21-23); 3/4: 63-67 (22-25); 4/4: 88-90 (25-23))

JuveCaserta: Gaines, Mordente, Young 35, Antonutti 3, Vitali 4, Tommasini 3, Michelori 6, Moore 8, Tessitori 2, Scott 9, Ivanov 18. Allenatore: Markovski

Trento: Mitchell 28, Sanders 3, Pascolo 11, Grant 11, Forray 2, Flaccadori, Owens 22, Baldi, Rossi 2, Armwood 2, Spangaro 9. Allenatore: Buscaglia

Arbitri: Seghetti, Martolini, Calbucci

A fine partita, in un clima davvero infuocato si presenta subito in sala stampa il Presidente della JuveCaserta Carlo Barbagallo che si scatena contro gli arbitri che di fatto, nel finale di partita, con una serie di decisioni davvero “incredibili” hanno deciso l’incontro: “Stiamo facendo il possibile per risalire, ma quello che mi fa davvero infuriare è la mancanza di rispetto degli arbitri. Adesso sono davvero incazzato. Come presidente mi assumo le responsabilità di tutto quello che sta accadendo, ma episodi del genere mi stanno facendo riflettere sul futuro. Tutti fischi sbagliati e mai uno a favore? Questo francamente inizia a far pensare. O hanno deciso di eliminare qualche squadra o non so che dirvi. La qualità arbitrale è davvero ridicola (Ndr: le stesse parole usate dal DG di Pesaro Ario Costa nei gg. precedenti). I nostri demeriti non si discutono e sono evidenti, ma se ci fischiano contro cose assurde, letteralmente inventate, allora diventa tutto più complicato. Non è la prima volta che accadono cose del genere e francamente mi viene voglia di mollare. Non lo faccio perché non sono abituato a lasciare un progetto in corso. Significa – ha concluso –  che dovrò protestare di persona con il Presidente direttamente in Lega perché così non si può andare avanti. Se hai la sorte contro e anche gli arbitri, è chiaro che non ce la fai”.

Nel frattempo nel parcheggio antistante l’uscita atleti del PalaMaggiò si scatena la contestazione. Cosa è accaduto lo riferisce poco dopo lo stesso Lello Iavazzi che usa il suo profilo Facebook per comunicare il suo stato d’animo “Non è mia abitudine usare questi mezzi di comunicazione, ma questa volta mi ci vedo costretto per fare chiarezza nel merito. Io non sono disposto ad essere aggredito da un gruppo di “tifosi” i quali all’uscita mi hanno costretto a fermarmi mentre ero con la mia famiglia in macchina, dando un pugno sul vetro posteriore……. la contestazione ci può stare, ma nessuno può bloccarmi e costringermi a fermare per dirmi quello che devo o non devo fare di una mia azienda… Per me lo sport è altro, negli ultimi anni ci ho messo l’anima ed anche capitali ingenti poiché ho sempre creduto che rappresentasse una delle eccellenze del nostro territorio, ma questo non sono proprio disposto a subirlo”. Insomma, dichiarazioni forti che non lasciano presagire nulla di buono per la società JuveCaserta. Ci auguriamo che Lello Iavazzi, passata l’amarezza e la rabbia, ritorni sui suoi passi per non buttare a mare tutti i sacrifici fatti finora in prima persona.

Intanto nella sala stampa del PalaMaggiò si presenta il “contestatissimoMarco Atripaldi che circa un mese presentò alla societa le sue dimissioni da General Manager. Allora furono respinte. Ierisera Atripaldi le ha ripresentate, ma stavolta con il carattere dell’irrevocabilità. E’ stata quindi l’occasione per dare il suo addio ufficiale a Caserta, non risparmiando però di tirare qualche “frecciatina”, di togliersi finalmente qualche “sassolino dalla scarpa”. “In questi mesi sono state scritte e dette tante bugie sul mio conto. La verità – ha affermato Atripaldi – la conosciamo noi, ho le chat con Esposito, Molin e gli altri collaboratori. Francamente dopo nove sconfitte di fila c’è bisogno di un’altra svolta, di uno scossone. Vado via non per la contestazione dei tifosi, ci mancherebbe, ma perchè è giusto così. Stavolta le dimissioni sono irrevocabili, mangerò il panettone a Biella (Ndr: sorride). Mi assumo le responsabilità di questa situazione, ma non tutte. Non sono io l’unico colpevole. In questo mestiere contano i risultati e i risultati mi condannano. Entrare in questo palazzo, percorrere il corridoio, calcare il parquet, sono sensazioni da brividi, indimenticabili. E’ stato un onore lavorare qui anche se speravo le cose potessero andare in maniera diversa. Ma questo è lo sport e bisogna accettarlo. Faccio – conclude Atripaldi – un grosso in bocca al lupo a Caserta che non merita una classifica del genere. Anche stasera non siamo stati aiutati dalla fortuna, anche se ovviamente non ci manca solo quello. Credo fortemente che questo gruppo possa farcela, però tutto l’ambiente deve compattarsi attorno alla squadra per salvare la serie A”.

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