Caserta Eventi

#IoStoConNadia: grande successo dell’iniziativa di Trenta Righe

­ In terra di Gomorra le mani di chi si è schierato dalla parte della malavita non risparmiano niente e nessuno. Gli affari di chi si è messo dalla parte della criminalità vogliono toccare ogni diritto, ogni cosa: persino la cultura, finanche le bellezze che dovrebbero salvare questo territorio dalle etichette negative che gli si affibbiano, diventano merce per i camorristi. Succede, infatti, che chi con impegno e tenacia tenta di accendere l’attenzione su un bene comune, come quello della Reggia di Carditello, viene minacciato a morte per far calare il sipario a favore dei propri sporchi interessi. Ma succede anche che chi ha scelto di schierarsi dalla parte giusta scende in piazza per manifestare il proprio dissenso, il proprio sdegno nei confronti di una camorra spietata che non conosce limiti.

E’ così che in piazza Dante, a pochi metri dal monumento principe della città di Caserta, l’associazione dei giornalisti casertani Trenta Righe ha organizzato per la mattinata di domenica 1 marzo  un sit­-in, chiamando la cittadinanza a manifestare per la libertà di stampa ed a mostrare la propria solidarietà alla giornalista de Il Mattino Nadia Verdile.

Le associazioni, l’intera città, le scuole non si sono sottratte al richiamo: «Nessuno ci zittirà, io sto con Nadia», il grido poi l’abbraccio. Le minacce: con Nadia anche Bray. Le lettere minatorie arrivate alla redazione de Il Mattino il 13 febbraio hanno come destinatario non solo la giornalista Verdile ma anche l’ex ministro Massimo Bray che non ha risparmiato la sua presenza in piazza. Una sola ‘colpa’: quello di aver mostrato impegno sulla Reggia di Carditello e permesso che tornasse di proprietà dello Stato italiano diventando bene comune.

«Se minacciano Nadia, minacciano anche noi». Ai microfoni i rappresentanti dell’associazione Trenta Righe, i giornalisti Giuseppe Perrotta ed Antonella Palermo: «Il 13 febbraio è una data che non possiamo dimenticare perché c’è stato un attacco forte nei confronti di coloro che, con la passione che contraddistingue tutti i giornalisti, raccontano e denunciano – ­ ha affermato Perrotta – fatti, circostanze ed interessi non leciti.­ Il 13 febbraio non è stata minacciata solo Nadia ma un’intera categoria di professionisti (presente in piazza anche il presidente dell’ordine dei giornalisti Ottavio Lucarelli ed il sindacato dei giornalisti Campani ndr). Oggi noi vogliamo dimostrare che non abbiamo paura. Nessuno deve pensare che minacciando un giornalista lo si riesca a silenziare».

«La stampa non può essere imbavagliata, noi stamattina siamo di più» ha poi concluso la Palermo. Alle dichiarazioni dei due giornalisti ha fatto da seguito l’applauso delle coscienze civili che dalla camorra hanno fatto mille e più passi indietro.

Ad essere presenti non solo cittadini, ma anche istituzioni come il presidente della Provincia di Caserta Domenico Zinzi accompagnato dall’assessore alla Cultura Gabriella D’Ambrosio, il prefetto di Caserta Carmela Pagano, il vice questore Enzo Raimo, il comandante provinciale dei carabinieri Giancarlo Scafuri, il sindaco di Caserta Pio Del Gaudio affiancato dagli assessori Giuseppe Greco e Stefano Mariano, dal presidente del Consiglio Gianfausto Iarrobino, e dai consiglieri Francesco Apperti, Enrico Tresca e Franco De Michele, la consigliera regionale PD Lucia Esposito, il deputato Gennaro Migliore, l’europarlamentare PD Pina Picierno, la senatrice del Movimento 5 Stelle Vilma Moronese, la segretaria Cgil Camilla Bernabei, il presidente del Cira Luigi Carrino, il Comandante della polizia municipale Alberto Negro, ma anche una forte delegazione dal Molise con sindaco e consiglieri di Macchiagodena, comune madre della Verdile.

«Carditello – ha affermato l’ex ministro Bray – è un bene che va tutelato. ­La legalità deve essere un momento importante per scrivere una storia diversa per questa terra». Non è mancato da parte di Bray il pensiero a Tommaso Cestrone, l’angelo di Carditello, il volontario che voleva salvare la Reggia. E’ per lui e per i tanti che non si sono arresi che Nadia Verdile si appella allo Stato chiedendo presenza e sostegno: «Se Carditello riversava in quelle condizioni è perché lo Stato non c’era ­ dichiara ­ Aspetteremo il ministro Franceschini (assente, come comunicato per mezzo e­mail, per impegni istituzionali ndr) al varco, per farcela non possiamo stare da soli». Per la Verdile le minacce pervenute non fermano la corsa, lo dimostrano la manifestazione e le persone accorse: «Se l’obiettivo era quello di far cadere il silenzio penso proprio che abbiano mancato il tiro. Il sole non può tramontare su Carditello».

(Pina Monteforte)

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