Caserta

“Rosso Vanvitelliano”, la Fabbrica Wojtyla continua ad incantare

Quello andato in scena il 3 settembre al Leuciana Festival è molto più di uno spettacolo teatrale. Un’ora caratterizzata dall’incontro tra il passato ed il presente che annuncia il dramma del futuro, da Vanvitelli al piccolo Aylan.

Costumi, musica, voci ed atmosfere come un volo inesorabile nel tempo, il grande protagonista della comune esistenza. La Fabbrica Wojtyla, certezza culturale ed espressione di quella fucina di talenti che è il meridione d’Italia, nell’anteprima del Leuciana Festival ha presentato “Rosso Vanvitelliano”, performance che ha restituito al Belvedere di San Leucio quel profondo intento sociale che è alla base della sua edificazione. Storia e Costume così vanno tradotti affinché siano efficaci e coinvolgano gli spettatori. Ancora una volta, Patrizio Ranieri Ciu (testi, musica e regia) ed i suoi ragazzi del  Teatro stabile di innovazione “Fabbrica Wojtyla” città di Caserta sono riusciti a portare in scena qualcosa che andasse oltre, che fosse portatore di un messaggio importante, che lasciasse il segno. La prima parte esalta la figura e la genialità del Vanvitelli, i veri e propri miracoli compiuti dall’architetto di origini olandesi al fine di edificare il più bello dei palazzi reali, la Reggia di Caserta. Il suo rapporto con il re, Carlo III di Borbone, e la costruzione dell’Acquedotto Carolino, progettato da Vanvitelli sul modello delle opere idrauliche dell’antica Roma. Nella seconda parte, dal passato si torna al desolante presente macchiato dal dramma dei migranti, sangue e morte di cui tutti sono responsabili. Splendido e commovente il fuoriprogramma di un cittadino brasiliano, intervenuto spontaneamente a sollecitare l’intervento dei presenti sul finale della rappresentazione teatrale.

Un invito alla riflessione, un elogio del passato come strumento imprescindibile per affrontare il presente e guardare al futuro.

(Gianfrancesco Coppo)

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