Provincia di Caserta

Arrestati per estorsione 5 affiliati al clan camorristico dei Casalesi

A San Cipriano d’Aversa, Napoli, Benevento, L’Aquila e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Renato Caterino detto “o’ ciucc’“, Massimo Diana inteso “maruzziell‘, Marco Simonetti detto “o’ mussuto“, Oreste Reccia alias “recchie ‘e lepre” ed Antonio Cerullo inteso “o’ putecar” ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione in concorso aggravata dall’utilizzo di armi e di detenzione e porto illegale di armi, con l’aggravante dell’aver commesso i fatti col metodo mafioso ed al fine di favorire l’organizzazione camorristica “dei casalesi“, in particolare la fazione riconducibile ad Antonio Iovine, detto “o’ ninno“.

Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di un’articolata attività d’indagine svolta dal citato Reparto dal settembre 2012 al maggio 2015, attraverso attività tecniche e dinamiche ed accertamenti documentali, corroborate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia.

Come riportato dal GIP nel provvedimento cautelare, le indagini hanno permesso di:

– ricostruire le fasi di un episodio estorsivo verificandosi, il 21.09.2011, nei confronti di un imprenditore edile di San Cipriano d’Aversa, basata su una richiesta iniziale di 200 mila euro a titolo di tangente, decretata direttamente da Antonio Iovine “o’ ninno“, all’epoca dei fatti latitante, e pretesa a seguito della costruzione di un fabbricato abitativo e commerciale, edificato in Teverola;

– appurare, a partire dal momento storico dell’arresto del padre Antonio, la posizione di vertice assunta da Oreste Iovine in seno alla predetta fazione. In questa fase un ruolo importante è stato assunto da Antonio Cerullo, quale custode di un vademecum indicante le risorse finanziarie per garantire il sostentamento della famiglia Iovine e di cui ne era a conoscenza anche Massimo Diana. In tale contesto, è Cerullo che mette a conoscenza Oreste dell’esistenza di vari debiti estorsivi di cui doveva beneficiare la sua famiglia, tra cui quello del citato imprenditore;

– individuare in Marco Simonetti ed in un altro soggetto non identificato, incaricati direttamente da Oreste Iovine, per tramite di Salvatore Venosa ed Oreste Reccia, i componenti del gruppo di fuoco che si è reso responsabile di un atto di intimidazione mediante l’esplosione di colpi d’arma da fuoco contro il portone dell’abitazione del predetto imprenditore;

– certificare l’apporto al sodalizio criminale di Renato Caterino, imprenditore e cugino del predetto boss, quale mediatore nella vicenda tra Oreste Iovine e la vittima, e di Maurizio Di Puorto, quale riscossore della somma, consegnata in più tranche e risultata di complessivi 85 mila euro.

Per 4 dei 9 indagati, individuati a seguito delle indagini (Antonio Iovine, Oreste iovine, Salvatore Venosa e Maurizio Di Puorto) non è stato richiesto alcun provvedimento cautelare, riconoscendo loro i benefici della collaborazione con la giustizia.

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