Provincia di Caserta

Discarica Resit, la “Chernobyl” casertana: iniziato il processo d’Appello

E’ cominciato presso la Corte di Assise d’Appello di Napoli presieduta dal Presidente della Quarta Sezione Domenico Zeuli, l’appello del processo Resit, la tristemente nota discarica posta tra i comuni di Parete e Giugliano, il cui processo di primo grado era finito con 15 condanne, per complessivi 117 anni di carcere (tra cui la condanne del proprietario della Resit Cipriano Chianese a vent’anni di reclusione e dell’ex sub-commissario all’emergenza rifiuti in Campania tra il 2000 e il 2004 Giulio Facchi, condannato a cinque anni e mezzo), e dodici assoluzioni.

Resit 2

Sono stati esaminati dalla Corte gli appelli proposti dagli avvocati difensori per confutare l’avvenuto avvelenamento delle acque e, se pure fosse, che sia poi imputabile alla pessima ed illecita gestione della Resit.

Secondo il PM infatti in un’area in cui insistono circa 10.200 ettari urbanizzati (di cui molti abusivamente), 114 ettari di area industriale, 142 ettari di stoccaggio ecoballe e 53 ettari di discariche, sarebbe avvenuto – ed avviene ancora oggi – un “disastro ambientale” (considerato come una sorta di Chernobyl della Campania) provocato unicamente dai circa 5 ettari della Resit, utilizzata illecitamente per lo smaltimento di rifiuti speciali e tossici.

Terra dei Fuochi

Il Presidente, ascoltate le richieste degli avvocati, si è riservato di decidere circa la richiesta avanzata di rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale con la nomina di un collegio di consulenti tecnici nelle discipline afferenti che siano in grado di giudicare il metodo adoperato dagli organi istituzionali (Istituto Superiore della Sanità, Sogesid/Commissariato di Governo, Arpac) in rapporto alla assenza di compromissione ambientale, in conflitto con quanto asserito dal consulente della Procura. In subordine, si è chiesto di risentire in aula i testi facenti capo agli Enti pubblici che hanno già svolto approfonditi accertamenti sul sito ed i consulenti di parte.

Resit 3

Il collegio difensivo ha chiesto inoltre di acquisire agli atti anche una dichiarazione ufficiale del ministro Gian Luca Galletti che, nel corso di un recente Question Time alla Camera dei Deputati con oggetto proprio i lavori di messa in sicurezza della discarica Resit, si era così espresso: “…si può affermare che lo stato di avanzamento dei lavori è pari a circa il 40% e sono state realizzate tutte quelle opere che scongiurano il rischio di danni ambientali… opere di cui si prevede la conclusione entro il 28 gennaio 2018”.

L’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore generale Iazzetta, non si è opposta alle richieste.

Il collegio scioglierà la riserva il prossimo 9 novembre.

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