Aversa Cronaca

In manette le 4 donne del clan camorristico dei Casalesi

Fermate nelle loro case a Casapesenna, San Marcellino e Castelvolturno, sono state arrestate le quattro donne al vertice dell’associazione criminale conosciuta come “clan dei casalesi” e tutte legate da parentela con il capo di detto clan camorristico, il pluriergastolano Michele Zagaria, soprannominato “Capastorta”.

La richiesta di custodia cautelare in carcere è arrivata al termine di un’inchiesta denominata Nereidi (le ninfe marine della mitologia greca ritenute creature immortali), condotta dalla DIA di Napoli sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli con a capo Giovanni Melillo.

Le donne, gravemente indiziate del reato di ricettazione aggravata, sono:

Betarice Zagaria e Francesca Linetti

Beatrice Zagaria (a sn nella foto sopra), sorella di Michele Zagaria, che, secondo la procura, è all’apice dell’organizzazione criminale;

Francesca Linetti (a dx nella foto sopra), moglie di Pasquale Zagaria, fratello di Michele, detenuto;

Patrizia Martino, moglie di Antonio Zagaria, altro fratello di Michele, anch’egli detenuto.

– Tiziana Piccolo, moglie di Carmine Zagaria, anch’egli fratello di Michele, sottoposto alla sorveglianza speciale.

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Dopo laboriose indagini condotte dai sostituti procuratori Alessandro D’Alessio e Maurizio Giordano della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli e basate su accertamenti patrimoniali, intercettazioni e dichiarazioni di collaboratori, si è accertato che le 4 donne sono responsabili di essere destinatarie di risorse del clan malavitoso riservate al pagamento dello “stipendio mensile” agli affiliati.

In particolare Beatrice Zagaria – che avrebbe preso “il posto” della sorella Gesualda dopo il suo arresto nel 2015 – si sarebbe occupata di distribuire lo stipendio mensile ai familiari dei membri detenuti di tutto il clan ed anche a quelli del gruppo affiliato facente capo ad Aldo Nobis.

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Soldi che permettevano alle mogli e ai parenti dei detenuti di non lavorare, mantenendo al contempo uno stile di vita senza rinunce o preoccupazioni, nel tentativo di mantenere intatto il prestigio criminale del clan. La stessa Beatrice Zagaria si sarebbe occupata di far arrivare il denaro ai parenti dei detenuti, a cui si va ad aggiungere il denaro utilizzato per spostamenti e pernottamenti in occasioni delle visite.

A loro volta le 4 donne percepivano ognuna uno stipendio mensile che si aggirava mediamente sui 2500 euro, anche se non mancavano scaramucce fra cognate per accaparrarsi lo stipendio più alto.

E fra le donne coinvolte spunta, nell’ordinanza del gip Federica Colucci, anche Paola, la moglie di Aldo Nobis, fedele alleato del boss Michele Zagaria.

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