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Medaglia d’argento al merito civile a 4 comuni del casertano

Quattro comuni del casertano sono stati insigniti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella della medaglia d’argento al merito civile per eventi bellici che li coinvolsero nel 1943-1944.

Si tratta dei Comuni di Galluccio, Pietravairano, Pignataro Maggiore e Roccamonfina.

Queste le motivazioni:

Galluccio: “Situato in una posizione strategica per la difesa tedesca, fu oggetto di pesanti distruzioni ad opera delle truppe germaniche e bombardamenti da parte delle truppe alleate che rasero al suolo la maggior parte degli edifici. La popolazione, nonostante le feroci angherie e le gravi deportazioni subite, seppe reagire agli orrori della guerra e costituì un gruppo partigiano che divenne un prezioso appoggio tattico per gli alleati e offrì rifugio e riparo a numerosi profughi. Chiaro esempio di umana solidarietà e di lette virtù civiche. 1943/1944 – Galluccio (CE)”;

Pietravairano: “Dopo il superamento del fiume Volturno da parte delle forze alleate divenne, per otto lunghi mesi, uno dei capisaldi della linea difensiva tedesca e subì, ad opera delle truppe germaniche, razzie, rastrellamenti, fucilazioni e incendi nonché i raid aerei anglo – americani che provocarono ingenti danni. La popolazione, malgrado i lutti e le devastazioni subite, offrì ospitalità a numerosi profughi e nascondigli ai soldati italiani sbandati. Chiaro esempio di incondizionato amore per il prossimo e di elevate virtù civiche. Settembre 1943/maggio 1944 – Pietravairano (CE)”;

Pignataro Maggiore: “Comune di spiccata vocazione agricola, dopo l’armistizio divenne uno dei capisaldi della difesa tedesca durante gli scontri lungo il fiume Volturno, subendo razzie, rastrellamenti, incendi, fucilazioni e stragi ad opera delle truppe germaniche nonché violenti bombardamenti da parte delle truppe alleate che provocarono numerose vittime e ingenti danni al patrimonio abitativo. Nonostante le sofferenze patite, con il ritorno alla pace la popolazione, animata da generosa abnegazione, garantì la ripresa delle attività agricole e la fase iniziale di ricostruzione del paese. Chiaro esempio di umana solidarietà e di elette virtù civiche. 1943/1944 – Pignataro Maggiore (CE)”;

Roccamonfina: “Dopo l’8 settembre 1943 la popolazione subì una serie di angherie da parte delle truppe di occupazione germaniche che entravano a viva forza nelle case, requisendo generi alimentari e bestiame e distruggevano ponti, strade, impianti telegrafici e telefonici, oltre che molti edifici. Le rappresaglie dei soldati tedeschi, che provocarono numerose vittime tra la collettività locale, culminarono con la deportazione nei campi di concentramento di numerosi uomini. Con l’arrivo delle forze alleate, il paese conobbe una lunga serie di ulteriori violenze fino alla profanazione del locale cimitero. Nonostante i patimenti subiti, ritornata la pace, la popolazione, con coraggiosa fierezza, avviò la lenta e difficile opera di ricostruzione, dando prova di generosa solidarietà e di elette virtù civiche. 1943/1944 – Roccamonfina (CE)”.

Tali comuni si aggiungono a quelli già in precedenza insigniti di Caiazzo, Carinola, Rocca d’Evandro e Tora e Piccilli.

Per Pignataro Maggiore è intervenuto il Sindaco (e Presidente della Provincia) Giorgio Magliocca affermando: “Si è trattato di un lungo percorso avviato e portato avanti dall’associazione culturale “La Città del Sole” che, grazie alla pubblicazione del libro “Eccidi Nazisti” curato dal prof. Giovanni Borrelli, è riuscita in un lavoro di ricostruzione storica. Il 12 e 14 ottobre del 1943 25 concittadini pignataresi tra uomini, donne e bambini furono trucidati in località Taverna e Arianova dalle truppe naziste. Un anno fa come Ente abbiamo incaricato lo storico Giuseppe Angelone per redigere la documentazione che è stata poi inoltrata agli Enti competenti ed oggi arriva questa importante notizia per l’intera comunità”.

Entusiamo ovviamente anche da parte dell’Associazione “La Città del Sole”: “Ci sono momenti della grande storia che disintegrano le piccole storie delle donne e degli uomini che ne prendono parte. L’incessante lavoro de «La Città del Sole» in questi anni è stato il tentativo di ricomporle, di raccontarle e di restituirle a un tempo che oltrepassa lo spazio di una singola esistenza, che si fa storia. E’ con questo spirito che negli anni tutti i soci, gli ex soci e gli amici dell’associazione hanno portato avanti un percorso di ripristino della memoria collettiva sui drammatici fatti accaduti a Pignataro Maggiore nell’ottobre del 1943. Ed è con questo stesso spirito che è stata accolta con commozione la notizia della concessione della Presidenza della Repubblica di una medaglia d’argento al merito civile per Pignataro.

Si tratta di un momento indimenticabile che avrà cambiato per sempre la storia della cittadina casertana, un traguardo che sembrava irraggiungibile quando tra il 2004 e il 2009 si iniziò a raccogliere le parole degli ultimi testimoni delle stragi pignataresi. L’uscita del libro curato dal prof. Giovanni Borrelli «Eccidi Nazisti – Pignataro Maggiore ottobre 1943. Una comunità ferita si racconta» nel novembre del 2010 e la ricerca storica in esso contenuto hanno aperto la strada al percorso di valorizzazione degli eventi tra l’opinione pubblica e sui media nazionali. Tanti sono stati gli interventi e le iniziative per far conoscere la nostra storia – tra cui ricordiamo il servizio su Rai Radio 1 nel 2011 e la diretta su Rai Radio 3 nel 2013 in occasione del 70° anniversario degli eccidi e le innumerevoli letture pubbliche sul territorio. Nel 2011, invece, è stato posto un altro tassello con l’intitolazione di «via 12 e 14 ottobre 1943» proprio nei pressi di uno dei luoghi delle stragi. Nel 2014, ancora, la pubblicazione di «Per una memoria pubblica», un appello di studiosi, ricercatori, storici e giornalisti a sostegno della causa.

Ora, a distanza di oltre dieci anni dall’apertura dei primi faldoni negli archivi, siamo riusciti – insieme a tutti coloro ci hanno sostenuto – a portare a compimento questo progetto civile.  L’ottenimento della medaglia d’argento non deve però essere ridotto soltanto al frutto di un lungo lavoro di ricerca, ma è soprattutto la rappresentazione materiale e simbolica del sacrificio riconosciuto alle 25 vittime pignataresi del 12 e 14 ottobre 1943 e a tutti i concittadini scomparsi durante il periodo più buio della nostra storia”.

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