Politica Provincia di Caserta

Dopo i cittadini, ora De Luca accusa il Governo: ma i dati della Protezione Civile lo smentiscono impietosamente

Da “Sceriffo” a “Fustigator“, da “Castigamatti” ai “Carabinieri con il lanciafiamme“.

Ma dopo aver mediaticamente “mostrato i muscoli” (…tanto da farlo diventare “la macchietta” preferita su WhatsApp dai cittadini rinchiusi in casa), il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca è costretto dai numeri impietosi che crescono nella nostra Regione a dover cambiare strategia prima che diventino pubblicamente evidenti le pecche macroscopiche del suo Piano Regionale della Sanità.

Per cui, nel tentativo di non fare la figura del “guappo di cartone“, via allo “scaricabarile“, tanto la colpa è sempre “degli altri“, dai cittadini che non rispettano le disposizioni fino al Governo che non aiuta la Regione Campania.

“La comunicazione di questi ultimi giorni relativa alla epidemia è gravemente fuorviante. Il richiamo a numeri più contenuti di contagio al Nord rischia di cancellare del tutto il fatto che non solo la crisi non è in via di soluzione, ma che al Sud sta per esplodere in maniera drammatica“. Così inizia la lettera scritta da De Luca al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro della Salute Roberto Speranza, al ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ed al ministro per il Sud Giuseppe Provenzano.

I prossimi dieci giorni – scrive De Luca – saranno da noi un inferno. Siamo alla vigilia di una espansione gravissima del contagio, al limite della sostenibilità. La prospettiva, ormai reale, è quella di aggiungere alla tragedia della Lombardia quella del Sud. Per noi è questione di ore, non di giorni. Abbiamo fatto con migliaia di operatori, sforzi giganteschi per poter reggere. Ma non si può scavare nella roccia con le mani nude“.

De Luca sottolinea che “dal punto di vista delle forniture essenziali per il funzionamento dei nostri ospedali, in queste settimane da Roma non è arrivato quasi nulla. Il livello di sottovalutazione è gravissimo. Non si è compreso che gli obiettivi strategici sono due: contenere il contagio al Nord; impedire la sua esplosione al Sud. In queste condizioni, ci avviamo verso una tragedia doppia“.

De Luca spiega che “dopo aver creato decine di posti letto nuovi per la terapia intensiva, rischiamo di non poterli utilizzare per mancanza di forniture essenziali. Zero ventilatori polmonari; zero mascherine P3; zero dispositivi medici di protezione. A fronte di un impegno ad inviare in una prima fase 225 ventilatori sui 400 richiesti, e 621 caschi C-PAP, non è arrivato nulla. Questi sono i dati. E dunque, non si può non rilevarlo in maniera brutalmente chiara. So che la situazione è difficile per tutti. Non voglio alzare i toni. Ma non posso non dire che per quello che ci riguarda, ci separa poco dal collasso, se il Governo è assente“.

L’auspicio espresso da De Luca è “che almeno i numeri rendano evidente la drammaticità della situazione. Si rischia di vanificare un lavoro gigantesco che ci ha consentito di reggere, in una realtà della cui complessità non è il caso di parlare oltre, e di offrire anche al Paese una terapia farmacologica utile. Permanendo questa nullità di forniture, non potremo fare altro che contare i nostri morti“, conclude.

Ma a smentire De Luca interviene subito la senatrice campana del Movimento 5 Stelle, componente della Commissione Sanità, Maria Domenica Castellone: “I numeri diffusi da De Luca sono smentiti dai dati della Protezione civile. La modalità di comunicazione del governatore della Campania, oltre a diffondere preoccupazione nei nostri cittadini, non trova alcuna reale corrispondenza. A De Luca sarebbe bastato confrontarsi con gli uffici della Protezione civile regionale, che ogni mattina condividono informazioni ed esigenze con il Dipartimento nazionale della Protezione civile. Le notizie vere gli avrebbero evitato di speculare, con lo “zero” urlato sulle sue pagine social. Dai dati aggiornati al 24 marzo risulta infatti che in Campania siano state consegnate 93mila DPI FFP2/FFP3 e 198mila mascherine chirurgiche. Riguardo ai ventilatorisempre i dati della protezione civile indicano che al 24 Marzo sono arrivati in Campania 15 ventilatori, di cui 5 per terapia intensiva, 8 da trasporto e 2 domiciliari. A queste attrezzature si aggiungeranno quelle acquistate da Consip in arrivo tra pochi giorni”.

E’ ben noto – conclude la senatrice – quanto il nostro Governo si stia impegnando in questi giorni per soddisfare le esigenze di tutte le regioni e che già questa settimana, grazie al ministro Di Maio, stiano già arrivando i primi importanti carichi di mascherine e ventilatori. Sono questi i numeri e le iniziative che vanno comunicati ai nostri cittadini. Un’informazione fuorviante rischia di destabilizzare ulteriormente una regione che ha bisogno di sapere che c’è un’unica grande squadra al lavoro per venir fuori a testa alta dalla più grande emergenza dal dopoguerra ad oggi”.

Rincara la dose la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino: “Mentre il governo nazionale sta superando enormi difficoltà per far arrivare in Italia dispositivi da ogni parte del mondo ed in un momento in cui sarebbero necessarie responsabilità e collaborazione istituzionale, assistiamo a un attacco scomposto e irresponsabile del governatore della Campania. La verità è che è caduta la maschera dello sceriffo per svelare il volto di un governatore che ha fallito e che ora, come un autentico sciacallo, semina terrore tra i cittadini della Campania per nascondere il fallimento del sistema sanitario regionale che lui stesso ha provocato”.

Dove sono le 500mila mascherine – chiede la Ciarambino – che De Luca aveva annunciato di aver acquistato nella seduta del Consiglio regionale del 26 febbraio? Se in Campania conteremo i morti la colpa sarà esclusivamente di Vincenzo De Luca, reo di aver foraggiato senza badare a spese la sanità privata mentre intanto tagliava l’assistenza pubblica ed il diritto alla salute, chiudendo ospedali, smantellando reparti, riempiendo la sanità di precari e volontari pagati pochi euro all’ora, quegli stessi che oggi sono in prima linea”.

“La verità della tragedia che si sta consumando in Campania – aggiunge – è contenuta in un dato drammatico, ovvero che il 16% dei pazienti Covid della Campania è ricoverato in terapia intensiva, a fronte del 6% della media nazionale. Questo vuol dire che da noi le persone contagiate sono abbandonate nelle loro case, non sono assistite nei tempi richiesti e, quando arrivano in ospedale, le loro condizioni sono già compromesse perché la sanità territoriale è stata smantellata, non esiste”.

In una regione di 6 milioni di abitanti, che con questo presidente ha conquistato la maglia nera per scarsità di posti letto, in cinque anni – ricorda Ciarambino – i posti in terapia intensiva sono passati da 470 a 335, la metà di quanto previsto per legge. Soltanto qui in Campania i tamponi sono affidati al 118, già sovraccaricato dalle emergenze ordinarie, col risultato che oggi dalla segnalazione al prelievo trascorrono fino a 10 giorni. E non è chiaro per quale ragione si investono 16 milioni di euro per ospedali da campo prefabbricati e non vengono attivati i Policlinici universitari, oggi deserti, dotandoli di Pronto soccorso, né si pensa di requisire le cliniche private che De Luca ha fatto crescere togliendo risorse alla sanità pubblica”.

“Nella regione con il più alto tasso di morti evitabili del Paese in condizioni ordinarie, ora che questa emergenza sta facendo crollare addosso a De Luca una casa che lui stesso ha bombardato, il governatore reagisce alzando polvere, seminando il panico tra i cittadini e giocandosi vigliaccamente la carta dello scaricabarile. La verità è che alla fine di tutto faremo i conti delle responsabilità, e neppure lo scaricabarile potrà salvarlo. Ora pensasse a lavorare e – conclude la capogruppo regionale M5S –  invece di buttare decine di migliaia di euro ogni settimana per sponsorizzare i suoi post su Facebook che sono uno schiaffo al popolo campano che soffre, usasse quei soldi per acquistare respiratori per le terapie intensive”.

Intanto noi casertani siamo sempre in attesa che, dopo ben 16 anni, sia completato il Policlinico universitario. Già, perché ora quei 500 posti letto, già conteggiati nel Piano Regionale della Salute e pagati con soldi pubblici come se già fossero “veri e funzionanti”, davvero avrebbero fatto comodo.

Ma vuoi vedere che, se il Policlinico casertano continua a rimanere una vergognosa e costosa incompiuta, è colpa nostra e solo nostra?

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