Caserta Politica

De Luca al “Sant’Anna e San Sebastiano” per l’ospedale modulare: ma sulla vergogna del Policlinico Universitario di Caserta non una parola!

Il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, accompagnato dal sindaco di Caserta Carlo Marino, ha fatto visita al cantiere dell’ospedale modulare che si sta realizzando in via La Pira, nel parcheggio dell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano“, annunciando nel contempo che ci sarà in tempi brevi un altro investimento di 30 milioni di euro per l’Ospedale di Caserta.

Dopo la visita-lampo a Caserta, De Luca ha poi diffuso un messaggio sul principale social network: “Sopralluogo al cantiere dell’ospedale modulare di Caserta: un intervento di grandissimo valore. Stiamo rispettando alla lettera di tempi di realizzazione. Un altro dei miracoli amministrativi che abbiamo fatto in Campania. Sono 24 i posti letto di terapia intensiva su 120 complessivi fra Caserta, Napoli (Ospedale del Mare) ed il Ruggi a Salerno.  Nel corso di queste due settimane abbiamo avuto un accesso ridotto alle terapie intensive. Grazie a Dio, c’è un’aggressività minore del virus. Ma è del tutto evidente che questi nuovi posti letto ci servono per separare l’attività ospedaliera normale dall’attività di cura dei pazienti COVID, quindi è essenziale questa realizzazione. Non sarà demolita dopo due mesi, ma rimarrà come struttura di affiancamento all’ospedale”.

Fa indubbiamente piacere questo intervento regionale sul nosocomio casertano, ma rimane – ancora una volta, per l’ennesima volta! –  irrisolto il nodo cruciale del Policlinico Universitario di Caserta che continua ad essere una macroscopica e vergognosa incompiuta dopo 16 anni dall’inizio dei lavori e che, se completato e messo all’opera, sarebbe invece una struttura di grande utilità, in particolare nell’attuale situazione di emergenza sanitaria, e prestigio per l’intero territorio provinciale. Ma su ciò De Luca continua a “glissare“, senza che neanche il sindaco di Caserta si ricordi in merito di proferir parola!

Quello che De Luca oggi ha chiamato un miracolo amministrativo è un ospedale modulare da 24 posti che stanno montando a poca distanza da quella che invece è una vergogna amministrativa e burocratica: l’ormai dimenticato Policlinico di Caserta che di posti sulla carta ne avrebbe circa 500”.

Così il consigliere regionale Gianpiero Zinzi che è intervenuto commentando la visita effettuata dal Presidente Vincenzo De Luca all’ospedale modulare in corso di realizzazione a Caserta nell’ambito del piano per l’emergenza Covid-19.

Il Governatore ha poi ricordato con orgoglio lo stanziamento di 30 milioni di euro per l’ospedale di Caserta che rientrano nel piano di edilizia sanitaria, quando nello stesso piano solo per il nuovo ospedale di Salerno ha stanziato 330 milioni di euro. Come si dice, è venuto a vendere fumo a casa dell’incendiato”.

Rammentiamo in merito che lo scorso 2 Ottobre 2019 la Commissione Sanità della Regione Campania si riunì proprio per ascoltare il Rettore dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli“, Giuseppe Paolisso, circa lo stato dei lavori per la costruzione del Policlinico universitario di Caserta.

In quell’occasione, con estrema sintesi e chiarezza, il Rettore espresse la ferma volontà e determinazione di trovare una soluzione per terminare l’opera e renderla fruibile, aggiungendo che la posizione geografica del Policlinico la rende baricentrica rispetto alle province della Campania, a pochi chilometri dagli assi autostradali e dalla statale Appia che nel frattempo è stata interessata da lavori per lo snellimento del traffico attraverso rotonde e sottopassi.

Paolisso, nel sottolineare l’importanza del Policlinico che a regime ospiterà circa 350 posti letto e una popolazione studentesca di circa 5000 persone, sottolineò che:

  • al momento lo stato dei lavori raggiunge il 35% dell’intera opera, la parte più complessa e difficile ovvero la realizzazione del corpo didattico;
  • i lavori al momento sono fermi perché la società che ha vinto l’appalto è fallita;
  • i lavori, nonostante la disponibilità di fondi (“i soldi per completare interamente l’opera ci sono!“), non ripartono non per colpa dell’Università.

Considerato che nulla si è mosso a distanza di sette mesi da quell’audizione, è lecito allora chiedersi di chi è la colpa se i lavori non riprendono?

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