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Emigrante Volante #2: How deep is your love

Ho iniziato raccontandovi la mia prima radiocronaca in quel di Venezia, ma la passione per il bianconero è qualcosa che ha avuto il suo principio qualche anno prima. Vi racconterò di come è nata la mia e di come nel tempo è diventato un amore profondo, quasi una “malattia”. Non a caso, per il titolo, ho ripreso le parole di una canzone house di qualche anno fa; “how deep is your love”, quanto è profondo il tuo amore, almeno quanto lo è diventato il mio.

LEGADUE 2004/05 – 28/11/04 – 9^ Giornata
PEPSI CASERTA – EURORIDA SCAFATI: 89-86 (Powell 27 – Robinson 19)

Ogni tifoso ha più o meno impresso la sua partita d’esordio al seguito della propria squadra del cuore, la sua prima volta al palazzetto. Premetto che ho iniziato tardi ad avvicinarmi dal vivo al mondo del basket casertano: seguivo la JuveCaserta nella replica in tv, attraverso il televideo o gli articoli di giornale. Ad “accendere la fiamma” è stato mio padre che una domenica, mentre eravamo a vedere una partita dell’Artus Maddaloni, decise di portarmi a mia insaputa al PalaMaggiò, era la domenica di Caserta-Scafati ma non sapevo davvero cosa aspettarmi: il palazzo era una bolgia molto prima della palla a due, c’era l’IBN a cantare, vibrava tutto ed il ricordo più nitido fu una schiacciata di Josh Powell che si involò in contropiede dopo aver scippato la sfera ad un avversario. In quel momento il PalaMaggiò esplose, saltai in aria dalla gioia, in quel momento stavo vedendo uno spettacolo che per un ragazzo di 14 anni, in un’epoca senza internet, aggiornamenti costanti e supporti tecnologici super connessi, era pari a quello a stelle e strisce. Avevo fatto la mia scelta, o forse quel bianconero aveva scelto me. Ma non fu affatto una passeggiata quella partita, anzi: Scafati prese un cospicuo vantaggio, ma i 3 USA casertani decisero di regalarmi una serata indimenticabile. Quell’anno i 3 funamboli erano Mack, giocatore in grado di accendersi in qualsiasi momento, Powell, che in quella gara fu spettacolare (27 + 10 rimbalzi) e qualche anno più tardi andò a vincere il titolo NBA con i Lakers di Kobe (2009 e 2010), e Sean Colson che, arrivato a campionato in corso, stava aiutando Caserta a risollevarsi, scriverà pagine importanti della storia bianconera, ma in quella partita non brillò particolarmente. Dicevamo di Scafati che provò a scappare, Caserta riagguantò l’inerzia e mise la parola fine al match con la tripla di Capuano che fece inspiegabilmente (per me) sobbalzare tutti: ricordo che un tifoso dietro di me arrivò ad esclamare “Uà, se ha segnato Capuano da 3, stamm appost per stasera”. Caserta vinse e quell’anno si tolse tante soddisfazioni con il Prof. Marcelletti alla guida, arrivando ai quarti di finale playoff contro la Virtus Bologna. Annata vissuta grazie alla mia famiglia ed a Michele Correra, Peppe Lanzara e Nic Bellotta, i miei primi compagni di avventura bianconera.

LEGA A 2013/14 – 11/05/2014 – 30^ Giornata
GIORGIO TESI GROUP PISTOIA – PASTA REGGIA CASERTA: 73-68 (Wanamaker 21 – Roberts 16)
Ma c’è un’altra sfida che ha segnato il mio percorso di tifoso ed è stata una tappa fondamentale che mi ha permesso di accompagnare la nostra JuveCaserta on the road. Non sono quasi mai riuscito ad andare in trasferta, ma per quel finale di stagione decisi di dare la svolta. Si giocava in quel di Pistoia ed io mi trovavo ad Aosta: fu l’occasione che mi avvicinò al gruppo degli “Emigranti bianconeri” con cui organizzai quella trasferta, e soprattutto mi permise di conoscere persone che di lì a poco diventarono i miei compagni di avventura. In particolare Nicola, il primo di loro con cui ebbi contatti, è diventato un grande amico, oltre che spalla “silenziosa” in tantissime radiocronache. Torniamo, purtroppo, a quella Pistoia, dove giunsero tantissimi casertani, e fu l’occasione anche per rivedere amici che non vedevo da un po’. Ci giocavamo l’accesso ai playoff e, facile a dirsi, ci bastava vincere in quella che poteva essere la possibile gara d’addio al basket giocato di Giacomo Galanda. In realtà ci bastava anche perdere con meno di 5 punti di scarto nel caso si fossero incastrate alcune combinazioni, ma erano talmente complicate che quasi non ci si pensava. Priva di Tommasini, Caserta partì bene, Meini provò da centrocampo a smorzare i nostri entusiasmi in chiusura di 1° quarto, ma Brooks e le triple di Vitali ci tennero avanti all’intervallo. La Juve rimase negli spogliatoi e Pistoia ne approfittò con Wanamaker e Johnson, Moore non riusciva a incidere come suo solito (nonostante 9 assist e 13 rimbalzi finali), ma Scott ci tenne a galla. Ricordate quanto detto prima? Vincere o perdere con meno di 5 punti di scarto. Ecco, in quel momento tutti i risultati si allinearono per darci una mano; ma…probabilmente ci fu qualche errore di comunicazione, l’impressione dalla curva fu che Moore ebbe solo in un secondo momento gli aggiornamenti sul da farsi, e la frenesia ci lasciò con tanto amaro in bocca. Fegato amaro, amaro in bocca…. chiamatelo come vi pare, ma quello era il destino del tifoso casertano. E fu in quel momento che la passione si trasformò in vera e propria malattia.
A presto… e SEMPRE FORZA JUVECASERTA!
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