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Chiusa definitivamente la stagione calcistica 2019-2020 di Serie C …ma con una “coda assai velenosa”!

Al termine dell’ultima Assemblea dei Presidenti di Serie C, rigidamente tenutasi in video conferenza giorni fa, il Numero Uno della Lega Pro Francesco Ghirelli ha dichiarato: “Oggi abbiamo compiuto e scritto una bellissima pagina di Lega Pro. Malgrado il Paese sia nel pieno della sofferenza e nonostante le difficoltà che ogni Club sta vivendo, ci siamo confrontati con grande responsabilità, mettendoci in ascolto e dimostrando rispetto per l’altro”.

Il Presidente ha poi lodato la “compattezza” dimostrata dai Presidenti favorevoli allo stop del campionato, al blocco delle retrocessioni e dei ripescaggi, alle promozioni in Serie B delle prime 3 squadre, al merito sportivo come parametro per far salire la quarta squadra.

In realtà non è andata proprio così.

La celebrata compattezza infatti si è sgretolata, come era ampiamente prevedibile, sulla questione relativa alle promozioni in serie cadetta; anzi, è meglio scrivere che, su tale tema, la compattezza non vi è mai stata.

Ad “alzare la voce!” per esprimere il proprio dissenso sono stati i presidenti di Bari, Reggiana, Carrarese, Padova e Ternana a cui poi si sono aggiunti altre 11 società. Risultato finale? Si è andati alla votazioni su questo specifico argomento e la “proposta Ghirelli” è stata approvata con 23 voti favorevoli, 16 contrari e ben 17 astenuti.

Cosa in particolare chiedono i “dissidenti”? Di stabilire la quarta promossa in Serie B attraverso i play off nazionali la cui disputa potrebbe “sforare” anche la data del prossimo 2 agosto che rappresenta il limite temporale che l’Uefa ha imposto alla serie A.

Infatti l’Assemblea ha deciso che, accanto alla promozione in B di Monza, Vicenza e Reggina (prime in classifica nei rispettivi gironi al momento dell’interruzione dei campionati), il Carpi fosse la migliore seconda utilizzando il criterio del quoziente punti sulle gare disputate che aveva visto gli emiliani in vantaggio sulla Reggiana di quattro centesimi (52 punti in 26 per il Carpi, 55 punti in 27 gare per la Reggiana e più indietro il Bari con 60 punti in 30 gare).

Apriti cielo!

Il Bari di Luigi De Laurentiis ha subito emesso un durissimo comunicato sull’esclusione definita ingiusta in quanto i pugliesi ritengono di dover essere promossi per il maggior numero di punti conquistati sul campo. In particolare viene ritenuto “inaccettabile il criterio suggerito della ‘media punti’, avendo le squadre interessate giocato un diverso numero di partite. Questo sarebbe un criterio valutabile esclusivamente nel caso tutte avessero disputato lo stesso numero di incontri, ma ricordiamo che il Carpi, terza in classifica nel Girone B, ha giocato addirittura 4 gare in meno rispetto alle nostre 30” per poi concludere “L’SSC Bari, sia chiaro, è pronta a difendere le proprie ragioni ed i propri diritti in tutte le sedi opportune“.

Altrettanto ha fatto, anche se in modo più soft,  la Reggiana di Luca Quintavalli che si è dichiarata “determinata a voler conquistare con lealtà e merito sportivo la Serie B attraverso i play off e il calcio giocato, seguendo tempistiche e modalità che saranno rese note dagli organi competenti”, aggiungendo poi che “…la società si dichiara comunque pronta a far valere i propri diritti in tutte le sedi giudiziarie, federali ed ordinarie, nel caso in cui non sia ritenuto possibile il ritorno in campo”, già conferendo mandato professionale all’avv. Eduardo Chiacchio per la tutela dei diritti e degli interessi del club.

Oggetto di contestazione non è tanto (a differenza del Bari) il criterio adoperato, quanto il calcolo effettuato: la Reggiana chiede che non vengano considerati i risultati dell’ultima giornata disputata nel girone B in quanto “sarebbe incomprensibile ed inammissibile inserire nel quoziente una giornata di campionato in cui ben 6 squadre (tra cui proprio il Carpi che non ha giocato nella difficile trasferta di Salò, città chiusa per l’esplosione della pandemia) non hanno giocato, determinando quindi, di fatto, un’anomalia non sanabile in alcun modo”.

Ovviamente non ha mancato di far sentire il suo dissenso anche la Carrarese, seconda nel girone A dominato dal Monza. E c’è anche la Ternana del presidente Stefano Bandecchi che contesta la mancata disputa dei play off, forte della posizione acquisita come finalista in Coppa Italia contro la Juve Under 23.

Insomma, l’Assemblea della Lega Pro, con quella che si è affrettata a precisare di essere solo una  “proposta”, ha regalato una “coda velenosa” con una “patata bollentissima” consegnata al prossimo Consiglio Federale, unico organismo deputato ad esprimere pareri definitivi e vincolanti in materia di promozioni, retrocessioni e ripescaggi.

Che si giochino quindi solo i play-off? Sì, se non fosse che ci sia di ostacolo un non indifferente fattore economico.

Infatti, per poter giocare, sarà indispensabile il rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza previste dal disciplinare medico-scientifico preparato dalla Figc ed in via di approvazione da parte del Governo. Ciò comporterebbe un impegno economico per ogni singola società chiamata ad adeguarsi agli adempimenti che, secondo calcoli effettuati dalla stessa presidenza della Lega Pro, comporterebbe una spesa fino ad un massimo di 300mila euro per ognuna delle partecipanti.

Chi sarà in grado in questo particolare periodo di sostenere, senza colpo ferire, questo ulteriore esborso?

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