Caserta Cronaca Politica

Bando sui rifiuti “taroccato” al Comune di Caserta: indagato il sindaco Carlo Marino per “turbativa d’asta”

Figura anche il sindaco di Caserta Carlo Marino (ex Forza Italia per poi passare nel Pd) tra gli indagati nell’inchiesta della Dda Napoli (pm Fabrizio Vanorio e Maurizio Giordano, aggiunto Rosa Volpe) sui bandi di gara per i rifiuti “aggiustati” in numerosi Comuni delle province di Caserta e Napoli (Caserta, Curti, Lusciano, Aversa e Cardito), per essere aggiudicati all’imprenditore arrestato Carlo Savoia (in alto a sn nella foto di copertina) , da anni operante nel settore dei rifiuti.

L’imprenditore Savoia è stato l’artefice dell’arrivo a Caserta dell’azienda “Energeticambiente” i cui progetti finirono sulla scrivania dell’allora dirigente comunale all’ambiente Marcello Iovino (in alto a dx nella foto di copertina) e del funzionario del medesimo settore Giuseppe D’Auria (in basso a dx nella foto di copertina), entrambi agli arresti domiciliari.

Dall’ordinanza di custodia cautelare del Gip Ambra Cerabona, emerge come l’attuale sindaco di Caserta, rieletto al secondo mandato ad Ottobre, sia indagato per il reato di turbata libertà dei procedimenti di scelta del contraente perché – secondo la Dda ed i carabinieri del Noe che hanno realizzato le indagini – “attraverso ripetuti incontri riservati e contatti telefonici con Vitale (altro indagato non raggiunto da misura restrittiva) ed anche con Savoia, si prestava a ricevere i documenti di gara fraudolentemente preparati da quest’ultimo e dai suoi collaboratori, contribuendo altresì a fornire suggerimenti sulle modifiche da effettuare, per rendere la bozza più funzionale agli interessi degli aspiranti all’aggiudicazione dell’appalto“.

Il bando (di cui Iovino era responsabile del procedimento mentre il direttore dell’esecuzione era D’Auria) sarebbe stato preparato da Anna Scognamiglio, dipendente di Savoia anche lei solo indagata in quanto il gip ha respinto la richiesta di applicazione di richiesta cautelare avanzata dalla Procura. E’ stata proprio la Scognamiglio, con le proprie dichiarazioni agli inquirenti, a far luce su uno “schema consolidato”.

Come scritto dal gip: “In sostanza il bando e gli allegati predisposti in modo illecito da Savoia e dai collaboratori, e consegnati alla stazione appaltante, ritornavano (dalla stazione appaltante) ai privati con le opportune modifiche e correzioni, ciò a riprova di una anomala collaborazione nella redazione del bando e dell’assoluta illiceità del sistema e della violazione dei princìpi più elementari in tema di gare pubbliche“.

L’asta turbata, secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, è quella relativa all’appalto da 116 milioni di euro, per la durata di 7 anni, riguardante la gestione completa dei rifiuti – recupero, trattamento e smaltimento – del comune capoluogo.

Per gli inquirenti Pasquale Vitale (in basso a sn nella foto di copertina), avvocato ed ex presidente del CdA di “Agrorinasce“, un consorzio che si occupa di beni confiscati nel Casertano, faceva da trait d’union tra Savoia ed il sindaco Marino.

Alla fine l’appalto, la cui gara si svolse nel 2018 davanti alla stazione appaltante dell’Asmel, non fu aggiudicato, anche se tutto era stato predisposto per l’affidamento da parte del comune di Caserta dell’appalto in favore di “Energeticambiente”, società ligure accompagnata in questa gara dalla “ESI” che, sempre secondo gli inquirenti, era gestita di fatto proprio da Carlo Savoia.

Nell’ambito della stessa indagine, nel novembre 2018, a Marino – allora al primo mandato da sindaco – furono perquisiti studio ed abitazione.

Sia per Carlo Marino che per Pasquale Vitale non sono state chieste misure cautelari dalla Dda.

I rapporti stretti tra Marino, Savoia e Vitale risalgono a molti anni fa, quando l’attuale sindaco era assessore ai Lavori Pubblici nel comune capoluogo in quota Forza Italia, Carlo Savoia era presidente del Consorzio Caserta 4 e Pasquale Vitale era consulente di società ed enti pubblici.

Lo stretto rapporto di amicizia tra lui e Vitale è stato d’altronde confermato dallo stesso Carlo Marino nell’ottobre 2020 quando fu sottoposto ad un interrogatorio da parte degli inquirenti, anche se in tale occasione l’attuale sindaco di Caserta negò decisamente che lui e Vitale fossero attivamente impegnati nella ”operazione Energeticambiente”.

Il problema è che, secondo quanto sottolineato dai pm, vi sono invece numerose intercettazioni telefoniche che smentiscono tale affermazione del Marino il quale poi, di fronte alle obiezioni in merito da parte degli inquirenti, “non ha saputo – si legge nell’ordinanza – offrire alcuna plausibile spiegazione alternativa al contenuto dei colloqui intercettati” .

In una delle conversazioni telefoniche intercettate il Vitale non ha nascosto le sue preoccupazioni su una eventuale mancata rielezione a sindaco di Marino dicendo al suo interlocutore: “Speriamo che Carlo non cade” il che avrebbe potuto “mandare a monte” la prosecuzione dell’affare costruito ad hoc.

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