Caserta Sport

Il nostro pagellone della stagione 2022/2023 della Ble Decò JuveCaserta 2021!

Otto mesi volati via in un lampo. Dal PalaPiccolo al PalaPiccolo, la stagione della Ble Decò JuveCaserta è andata già in archivio. Tante emozioni vissute, tante vittorie, qualche delusione, ma alla fine la B Nazionale è realtà. A questo punto, possiamo dare i nostri giudizi. O anzi, i nostri commenti, anche ironici, su coloro che hanno onorato il bianconero in quest’annata che rimarrà nel cuore. Che possa coincidere ad una bella rinascita, graduale e costante.

 

 

Diego Jordan Lucas: arrivato all’ombra della Reggia con qualche dubbio: troppo piccolo, pensa poco, non mette in ritmo i compagni. Come rispondere? Sul campo. Dopo un comprensibile periodo di adattamento, Agent Zero si mette lo smoking e va in missione: ribaltare il giudizio su di lui. Quando ti punta in uno contro uno, il difensore è un villain dei libri di Fleming. E il suo destino è già scritto: voltarsi indietro e chiedersi dove sia finito. Al ferro, a poggiare due punti dopo aver attivato i retrorazzi. FLASH

 

 

 

 

Raffaele Romano: a inizio anno sembra quello un po’ più indietro, anche perché lo staff ha optato per trasformarlo in tutto e per tutto in un’ala piccola. Per quasi un girone, l’esperimento non funziona. Dal 2023, le cose cambiano, e il quarantello contro Pozzuoli gli dona una nuova convinzione. Pronto al tiro, fa valere il suo fisico a rimbalzo e in penetrazione, bullizzando i poveri avversari. Il terzo quarto di gara-5 contro Teramo è la summa di tutti i miglioramenti. Ha innestato le marce alte, altissime. Come Luke Hobbs in Fast&Furious. THE ROCK

 

 


Davide Mastroianni: che peccato quell’infortunio. Per la squadra, ma soprattutto per lui. A cavallo tra andata e ritorno si stava imponendo come un giocatore preziosissimo. Se in difesa eravamo coscienti di cosa potesse fare, in attacco si stava evolvendo al meglio, con penetrazioni affilate a spaccare la difesa ed una mira in costante aggiustamento dall’arco. L’infortunio ha frenato la crescita, nella serie con Teramo è apparso un po’ indietro di condizione. Non poteva essere altrimenti: ma quando è servito si è pittato la faccia e ci ha messo tutto, al grido di: “Libertà!”. BRAVEHEART

 

 

 

Eugenio Cortese: centellinato nel corso della stagione, nei giocatori in rotazione è colui che ha avuto meno minuti di tutti. Però ha lasciato intravedere delle cose parecchio interessanti. Una buona presenza difensiva, una grande mobilità e una capacità di poter arpionare una miriade di rimbalzi in poco tempo. Tipo Hanamichi Sakuragi, il protagonista di Slam Dunk. Un diamante che deve smussare ancora dei lati, ma ora bisogna modellarlo. MAGNET

 

 

 

Antonio Cioppa: unico confermato dalla C Gold assieme a Mastroianni, a lui un ruolo delicato, quello di ricoprire il playmaker d’ordine alle spalle di Lucas. Compito assolto discretamente, senza strafare ma prendendosi a volte anche le luci della ribalta. Almeno due vittorie stagionali, quelle con Taranto e Corato, portano la sua firma ed i suoi ‘pasticcini’. Cappello in testa e cabaret servito! CHEF TONY

 

 

 

 

Mathias Drigo: nella prima parte di campionato è utilizzato tantissimo, con il rischio di fargli scaricare le batterie, e quando non c’è ancora un centro affidabile è costretto ad un enorme lavoro sotto le plance. Nonostante sia un 4 tattico, non fa una piega e si mette al servizio della squadra. In attacco è sempre uno dei leader, e lo fa con una costante. Momenti in cui sembra non esserci, e all’improvviso arrivano delle strisce terrificanti. Al suo servizio, signore. GENIO DELLA LAMPADA

 

 

 

Klaudio Ndoja: vedere quel totem, quel monumento alla caparbietà umana dover lasciare il campo a braccia in gara-5 contro Teramo è stato un vero colpo al cuore. Ma prendiamo il bello: si è inserito in un gruppo già formato senza fare rumore, crescendo passo passo di condizione e diventando un punto fermo. Esperienza, triple, a volte in difesa aveva la preveggenza di sapere dove fosse già il pallone, anche prima di chi aveva la palla. Forse per averne viste talmente tante. O forse, ha attivato lo Sharingan. NINJA

 


Alessandro Sperduto:
le prime parole che ho scambiato con lui sono state: “Perché ti chiamano Alex Kidd, come la prima mascotte SEGA?” “Perché lui fa solo una cosa, dare pugni, e a me dicevano che facevo solo una cosa: tirare”. Allora, tenendo conto che una sua uscita dai blocchi è roba che torni a casa da lavoro dopo una giornata da schifo e ti ritrovi Margot Robbie che ti ha cucinato il tuo piatto preferito….ma altro che solo tiri, è stato importante in tanti aspetti del gioco, dalla costruzione in palleggio a rimbalzo. Glaciale in campo, calcolando quel che accade con due o tre mosse in anticipo. Come fanno gli scacchisti, quelli veri e tosti. Cambiare soprannome no, aggiungerlo magari… KASPAROV, MA ALEXKIDD SUONA MEGLIO

 

 

Nicola Mei: arrivato come un esterno tiratore, ha praticamente fatto di tutto. Tiri pazzi in primis, Monopoli ce lo ricordiamo tutti ma si potrebbe fare una top 10 con lui protagonista con collezione delle mie coronarie annesse. Poi nell’ordine: play aggiunto, motivatore, esempio da seguire, asciugaparquet, addetto alle relazioni con gli arbitri, custode, cuoco, fra un po’ potrebbe fare le radiocronache al posto nostro (e non sfigurerebbe affatto). Ha fatto un po’ da chioccia agli esterni e quando contava, in campo c’era sempre. Se c’era bisogno di fosforo, la palla andava a lui. Nemmeno la chiedeva. Si chiama rispetto, ragazzi. VENERABILE MAESTRO

 

 

 

Vittorio Visentin: il primo innesto in corso d’opera della stagione, pronti via e porta quei centimetri e chili che non riusciva a dare il suo predecessore. Se qualcuno può aver storto un po’ il naso per il suo apporto offensivo, in pochi ricordano quello difensivo: cambi accettati con i piccoli e, se si tenevano i primi due passi, stoppata praticamente garantita. Zitto zitto, è il quinto per media in questo fondamentale nel girone D. E poi, in una squadra che ha visto tutti protagonisti in stagione, ha avuto anche i suoi momenti di gloria pulendo palloni pronti per la spazzatura e trasformandoli in due punti. Parla poco, ma ha un cuore grande. WALL…-E

 

 

Biagio Sergio: non ci ha pensato un attimo a ritornare all’ombra della Reggia alla chiamata del presidente Farinaro. Ha sconfitto i ricordi del Vietnam, ricordandosi di quell’anno dominato in stagione regolare per poi crollare contro Nardò. L’esplosività non è quella dei giorni migliori, ma dagli una palla in post e ti sciorina dei movimenti che sul parquet quasi non vedi più in giro. E poi, dietro, ci mette ogni centimetro del proprio corpo. Gli avversari gli rimbalzano addosso e si fanno pure male. BIAGIO DI FERRO

 

 


Coach Sergio Luise:
Salto indietro nel tempo. Per un campionato difficile, con una formula cervellotica, ti metti in mano ad un cuore bianconero sì, ma che in carriera ha solo un anno da capoallenatore a Vasto, chiuso nel 2016, oltre a tante stagioni da vice in A e A2. I dubbi a inizio anno si sono sprecati, ma la sua squadra ha saputo dissiparli con un gioco divertente e anche ‘pazzo’. Che avrà fatto venire i patemi d’animo a qualcuno, ma anche fatto esaltare quel pubblico che, da dubbioso, ha cambiato il proprio atteggiamento diventando anche lui pazzo. L’esultanza al termine di gara 5 contro Teramo, dove avrebbe voluto abbracciare ogni singolo personaggio al PalaPiccolo, è impagabile. PRIMARIO DELLA CLINICA

 

 

 

Presidente Francesco Farinaro: da lui nasce il dubbio principe della stagione. L’acquisto del titolo di Busto Arsizio in estate per disputare il campionato di B è stato visto da molti come un azzardo in piena regola. Un azzardo calcolato per quello che alla fine è stato un doppio salto di categoria. D’accordo con coach Luise e Nando Gentile si costruisce una squadra che ha un obiettivo primario: riconquistare il pubblico. Riempire il PalaPiccolo, di gente disposta a dare cuori e polmoni alla squadra. Missione completata, anzi missioni. E tutti coloro che avevano dubbi? Rimasti muti sullo sfondo. Ora il problema è attendere il nuovo inizio della stagione per tornare a vivere con il cuore a spicchi… VISIONARIO

 

 

 

 

(Alessandro Aita)

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