Cronaca

Confiscati beni per un milione e mezzo di euro a Paolo Schiavone

Gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Caserta hanno eseguito il decreto di confisca emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Collegio per l’applicazione di misure di prevenzione – relativo a beni, mobili ed immobili, riconducibili a Paolo Schiavone (nella foto), 32 anni, detenuto in regime di 41bis, figlio del più noto Francesco Schiavone, alias Cicciariello, a sua volta cugino del capo del clan camorristico dei casalesi, Francesco Schiavone, detto Sandokan.

Paolo Schiavone era stato tratto in arresto dalla Squadra Mobile di Caserta nel Maggio 2010 (al rientro dal viaggio di nozze dopo il matrimonio al Belvedere di San Leucio), nell’ambito dell’operazione c.d. “Sud Pontino”, che aveva svelato le infiltrazioni ed i condizionamenti del clan camorristico dei casalesi nelle attività principali dei mercati ortofrutticoli del centro e del sud Italia ove era stato imposto il monopolio dei trasporti su gomma della ditta “La Paganese” di San Marcellino, formalmente intestata all’imprenditore Costantino Pagano, ma riconducibile direttamente alla famiglia Schiavone ed in particolare ai gruppi capeggiati da Francesco Schiavone, alias Sandokan e dall’omonimo cugino, alias Cicciariello, attraverso i rispettivi figli, Nicola e Paolo, indagati per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni ed illecita concorrenza, aggravati del metodo mafioso.

Peraltro, l’indagine aveva evidenziato l’importanza assunta dal clan camorristico dei casalesi nel gotha criminale nazionale tanto che, per imporre La Paganese trasporti nello strategico settore dei trasporti ortofrutticoli sulle tratte da e per la Sicilia, aveva stretto una vera e propria alleanza commerciale, fondata su metodi tipicamente mafiosi, con esponenti di spicco della mafia siciliana e con i loro emissari imprenditoriali che controllavano il commercio all’ingrosso e la distribuzione di tali beni nei principali mercati dell’isola.

In tale contesto erano state emesse oltre 60 ordinanze di custodia cautelare in carcere. In seguito, la Squadra Mobile di Caserta, coadiuvata dal Servizio Centrale Operativo di Roma, effettuò complesse indagini di natura patrimoniale. All’esito di tali accertamenti il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, condividendo le conclusioni della DDA di Napoli, emise un decreto di sequestro dei seguenti beni che in queste ore sono stati confiscati:

* la ditta individuale Paolo Schiavone, allevamento bovini e bufalini e produzione latte con sede in Via Bologna, 24 Casal di Principe;

* 2 terreni siti in Cancello ed Arnone acquistati da Paolo Schiavone nel 2000;

* una quota del 50% di terreno ubicato in Cancello ed Arnone acquistato da Paolo Schiavone nel 2004;

* 2 terreni ubicati in Santa Maria La Fossa acquistati da Paolo Schiavone nel 2007;

* una quota del 50% di fabbricato rurale acquistato da Schiavone Paolo nel 2004;

* un appartamento ubicato a Caserta, intestato a Federica Albero, moglie di Paolo Schiavone.

Le indagini, incentrate sul tenore di vita, sulle disponibilità finanziarie e sul patrimonio di Paolo Schiavone, hanno messo in luce la notevole sproporzione tra il valore dei beni acquisiti nel corso del tempo dallo stesso e la redditività ufficiale, accertando altresì la riferibilità al giovane di tutti i cespiti oggetto del provvedimento di confisca, nonché, la sussistenza di indizi che hanno fatto ritenere che i beni in argomento siano frutto di attività illecite.

Il valore complessivo dei beni confiscati è di circa 1.500.000 euro.

Con il medesimo provvedimento, è stata altresì disposta nei confronti di Paolo Schiavone l’applicazione della Misura di Prevenzione della Sorveglianza Speciale della P.S. per la durata di anni 3 con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, nonché il versamento di una cauzione di 3.000 euro a cui sarà sottoposto all’atto della scarcerazione.

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