Alla vigilia del Natale arriva puntuale l’indagine annuale del quotidiano “Il Sole 24 Ore” sulla qualità della vita.
E mentre Bolzano è incoronata come la provincia italiana dove si vive meglio, nella parte bassa della graduatoria si trova invece una concentrazione di centri del Sud Italia con Reggio Calabria all’ultimo gradino, Vibo Valentia al penultimo e – ahinoi! – Caserta al terzultimo.
Da oltre vent’anni “Il Sole 24 Ore” misura la vivibilità delle province italiane, elaborando una serie di dati statistici e stilando una classifica finale che li incrocia tutti.
L’indagine prende in esame sei ambiti: il tenore di vita (calcolato su fattori come il valore medio delle pensioni, i consumi per famiglia o il costo delle case al metro quadro), gli affari e il lavoro (il numero di imprese registrate ogni cento abitanti, il tasso di occupazione e quello di imprenditorialità giovanile), i servizi (la disponibilità dei posti negli asili, l’indice di Legambiente, quello di smaltimento delle cause civili, la copertura della banda ultra larga e il tasso di emigrazione ospedaliera), la popolazione (la densità per chilometro quadrato, il saldo migratorio, le separazioni ogni 10mila coppie sposate, numero medio di anni di studio degli abitanti), l’ordine pubblico (percentuale di furti in casa, rapine, estorsioni e truffe) e poi il tempo libero (il numero di biglietti staccati in cinema e teatri, presenza di turisti stranieri, numero di librerie, cinema, bar e ristoranti ogni 100mila abitanti).
Quest’anno poi le province considerate sono salite da 107 a 110 perché, per la prima volta, hanno fornito i dati anche Fermo, Monza Brianza e Barletta-Andria-Trani (Bat).
Detto ciò, ritorniamo ai fatti di “casa nostra”. E qui la situazione è davvero impietosa!
La “migliore” provincia della Regione Campania è quella di Avellino che si piazza alla posizione numero 81 della classifica; segue Salerno (92), Benevento (99) e poi, sempre più giù, Napoli (101) ed infine Caserta (108).
A questo punto, c’è bisogno di commentare? Oramai non ci si meraviglia neanche più!
Quello che però ancora lascia di stucco è la spocchiosa ipocrisia di chi si sorprende quando i “nostri migliori cervelli” e la nostra “forza lavoro”, soprattutto giovanile, abbandonano Caserta e provincia per cercare lavoro, fortuna e tranquillità altrove.
In questo modo, se le cose non cambieranno subito ed in meglio, siamo insomma destinati alla “desertificazione” intellettuale, professionale, culturale e sociale.
Altro che “qualità della vita”!
(Vincenzo Gazzillo)
(per ulteriori info: http://www.ilsole24ore.com/temi-ed-eventi/qdv2015/infografiche.shtml?refresh_ce)