Da novembre 2024, presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, non è più possibile accedere al servizio di Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG).
La sospensione è dovuta alla cessazione del servizio da parte dell’unico ginecologo non obiettore presente nella struttura, senza che da allora sia stato indetto alcun bando o concorso per garantire la continuità del servizio. Questa grave interruzione rende di fatto inaccessibile l’IVG a Caserta, Città con oltre 70.000 abitanti, che fino a pochi mesi fa rappresentava un punto di riferimento anche per l’intera Provincia Nord. Ciò costituisce una violazione evidente della Legge 194/78, la quale, all’articolo 9, stabilisce che: “Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste dall’articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza […] La regione ne controlla e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale.”
Tuttavia, in Campania meno del 30% delle strutture con reparto di ginecologia effettua l’IVG e la percentuale di obiettori supera l’80%. Una situazione che riflette una politica sanitaria regionale orientata alla privatizzazione, al disinvestimento nei consultori, e a una gestione opaca e frammentaria dei diritti sessuali e riproduttivi. Più ci si allontana dai centri urbani principali, più l’accesso alla salute diventa un percorso ad ostacoli.
Nel casertano, una recente mappatura dei servizi consultoriali evidenzia un quadro critico: strutture depotenziate, carenza di personale, orari ridotti e informazioni poco chiare. Eppure, la domanda non accenna a diminuire: donne, adolescenti, persone trans*, cittadinɜ con background migratorio cercano ascolto, cura e accoglienza. Invece trovano ostacoli, ritardi, e il rischio concreto di superare il limite legale per l’accesso all’IVG.
Una persona gestante a Caserta che decide di interrompere la gravidanza è costretta a spostarsi tra Province e Città, affrontando un percorso dispendioso in termini economici, emotivi e temporali.
I Collettivi chiedono con forza che la Direzione Sanitaria dell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano faccia immediatamente chiarezza e ristabilisca l’accesso a un servizio essenziale e inderogabile.
I rappresentanti dichiarano: “Pretendiamo che la Regione Campania intervenga urgentemente per garantire un accesso equo, sicuro e continuativo all’aborto su tutto il territorio. La Regione Sicilia, pochi giorni fa, ha approvato una normativa che prevede concorsi riservati a medici non obiettori per assicurare il servizio IVG: un esempio concreto di buona pratica da seguire“.
Inoltre richiedono un incontro urgente con la Regione Campania e con la Direzione Sanitaria dell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano, affinché si prendano provvedimenti immediati per il ripristino del diritto alla salute e all’autodeterminazione.