Cronaca

Sgominata banda di rapinatori di gioiellerie

Sono accusati di almeno tre rapine e una tentata rapina in gioiellerie del Casertano e del Napoletano, con un bottino complessivo pari a quasi un milione di euro, i nove componenti di una banda, tra cui sei donne, arrestati dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta.

Tutti colpi contrassegnati dalla violenza, come quello messo a segno il 24 agosto 2012 alla gioielleria Bove di Maddaloni – circa mezzo milione di euro il bottino tra gioielli e soldi – dove il proprietario fu brutalmente picchiato dopo aver accennato una reazione.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere Manuela Persico e dall’Aggiunto Luigi Gay, e’ partita nel settembre 2011 dopo una rapina commessa ai danni della gioielleria ”Emozioni d’Oro” a Macerata Campania.

Rilevante il ruolo delle sei donne, tra cui spicca Raffaella Verde, di 37 anni (nella foto), ritenuta vicina al clan omonimo operante a Sant’Antimo (Napoli), ma soprattutto vedova di Antimo Bruno Flagiello, ucciso nel 2005 in un agguato di camorra.

Dalle indagini e’ emerso che erano le donne a effettuare i sopralluoghi prima dei colpi, a bordo di un’auto, notata più volte dagli stessi gioiellieri; erano sempre loro a entrare per prime nei negozi di preziosi, seguite dai tre o quattro ‘colleghi’ maschi, che entravano in azione con il volto coperto dal casco e con armi giocattolo. Ma proprio la presenza delle donne ha permesso ai carabinieri di smantellare la banda: le immagini delle telecamere di video-sorveglianza delle gioiellerie hanno consentito di individuarne alcune, i cui telefoni sono stati poi messi sotto controllo. Dall’inchiesta e’ emerso anche che Gianluca Grillo, di 24 anni, fino al momento del suo arresto il capo della banda (l’uomo e’ già detenuto dall’ottobre scorso dopo essere stato bloccato per una rapina commessa in provincia di Avellino, ndr), aveva impartito alle sue complici il severo ordine di non parlare ai cellulari, sia prima che dopo i raid, tanto che i telefonini venivano spenti durante l’attività illecita; ma alcune componenti della banda hanno tradito la direttiva sebbene cercassero di parlare in codice.

Dobbiamo andare a comprare le scarpe” dicevano prima del colpo; ”le ho comprate le scarpe” e’ una delle espressioni intercettate dopo una delle rapine.

Durante le indagini altre tre componenti della banda furono arrestate a Cicciano (Napoli) dopo una tentata rapina sempre ad una gioielleria.

Gli altri colpi attribuiti al gruppo di rapinatori sono avvenuti a Caserta (20 settembre 2011) e a Maddaloni (17 novembre 2011 e 24 agosto 2012)

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