Provincia di Caserta

“Nicola Cosentino influenzava anche il PD e la Prefettura di Caserta”

Nicola Cosentino era in grado di influenzare le scelte dei deputati degli schieramenti opposti, come il Pd, in votazioni che lo riguardavano da vicino.

A riferirlo l’ex segretario del Pd di Casal di Principe, Arturo Cantiello, sentito al processo noto come ”Il Principe e la Scheda Ballerina” che vede imputato l’ex deputato del Pdl Nicola Cosentino, con altre venti persone. Lo stesso Cantiello e’ imputato per abuso d’ufficio e reati elettorali, nel secondo procedimento nato dalla stessa inchiesta.

Cosentino è imputato per i reati di corruzione (su questo capo dovrà pronunciarsi con una nuova motivazione il Riesame dopo l’annullamento della Cassazione, ndr) e reimpiego di capitali illeciti aggravati dall’aver agevolato il clan camorristico dei Casalesi in relazione alla costruzione di un centro commerciale, mai realizzato, nei pressi di Casal di Principe.

A parlare per primo davanti al collegio presieduto da Orazio Rossi è stato l’ex segretario del Pd casalese Arturo Cantiello, avvocato penalista. ”Quando nel 2008 l’Espresso pubblicò le accuse di un pentito verso Cosentino, allora sottosegretario – racconta Cantiello rispondendo alle domande del pm della Dda Antonello Ardituro – la mozione presentata poco dopo a Montecitorio per sfiduciarlo non passò proprio per l’assenza di alcuni deputati del Pd; per noi della sezione di Casal di Principe che conducevamo battaglie di legalità contro Cosentino fu un brutto colpo, ci sentimmo abbandonati dai vertici e così redigemmo un documento molto polemico che fu portato all’attenzione dell’assemblea nazionale del partito da mio fratello, eletto nell’organismo, ma l’allora presidente Anna Finocchiaro ci disse chiaramente che, della questione, non si sarebbe parlato perchè non era all’ordine del giorno. Questi episodi confermano, anche si tratta di una mia opinione, che Cosentino poteva influenzare i deputati del Pd”. ”Era in grado di influenzare anche Anna Finocchiaro?” domanda il difensore dell’ex sottosegretario Agostino De Caro; ”Non posso dirlo – risponde Cantiello -, ma di certo qualcuno del Pd non si presentò alla votazione per la sfiducia, nonostante fosse una priorità per il partito anche perché Cosentino era un nostro avversario politico”.

Cantiello riferisce anche che alle elezioni comunali del 2007, ”i candidati di Forza Italia che sostenevano Cipriano Cristiano (poi divenuto sindaco, ndr) promettevano in cambio dei voti posti di lavoro nel centro commerciale ”Il Principe” che si sarebbe dovuto costruire”.

Ma Nicola Cosentino era in grado di orientare le decisioni di un ente rappresentativo del Governo centrale comela Prefetturadi Caserta.

Lo ha sostenuto, al processo dove Cosentino è imputato, l’architetto Mario Cacciapuoti, nominato nel luglio 2006, dall’allora commissario prefettizio Stefano Italiano, dirigente del Comune di Casal di Principe in aree strategiche come l’urbanistica, l’ambiente, i lavori pubblici.

Cacciapuoti, nel processo gemello, è imputato per corruzione. ”Io non conoscevo Cosentino – afferma il professionista oggi docente – ma mi accorsi di quanto fosse forte pochi giorni dopo la mia nomina, quando Italiano si dimise dall’incarico. Seppi dall’allora segretario comunale Antonio De Rosa che Cosentino aveva chiesto al prefetto Stasi, poi divenuta parlamentare nel Pdl, di rimuovere Italiano perchè quest’ultimo aveva affidato la gestione del campo sportivo di Casale a seguito di regolare bando ad una società sportiva facente capo a Gennaro Coronella (nel 2006 senatore di An, ndr), escludendo, ma solo perchè aveva meno titoli, quella che lui sponsorizzava. Fu il vice-prefetto Provolo, mi disse De Rosa, a telefonare ad Italiano dicendo di dimettersi; al suo posto arrivò la dottoressa Macchiarella che iniziò a revocare alcune determine di Italiano, come quella che istituiva la commissione edilizia”. Cacciapuoti riferisce anche dei tentativi di avvicinare Cosentino per una raccomandazione. ”De Rosa mi disse che anch’io rischiavo il posto, e che avrei dovuto avvicinare l’onorevole. Così mi fu presentato da Giovanni Lubello (marito della figlia del boss Francesco Bidognetti, ndr) Cipriano Cristiano (anch’egli imputato nel processo), esponente del Pdl, che dopo qualche mese sarebbe diventato sindaco di Casal di Principe; ma io a Cosentino, nonostante le promesse, non l’ho mai incontrato. Poco dopo la Macchiarella mi tolse quasi l’80% degli incarichi lasciandomi solo la delega all’urbanistica”.

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