Aversa Cultura

15mila in corteo a Casal di Principe per Don Peppe Diana

Casal di Principe è stata “invasa”: in 15mila hanno partecipato alla marcia per il ventennale della morte di don Giuseppe Diana, ucciso dalla camorra mentre si preparava a celebrare messa il 19 mattina nella chiesa di San Nicola.

Quella stessa messa che, nello stesso giorno ed alla stessa ora, è stata celebrata dal vescovo di Aversa, Angelo Spinillo.

Un ulteriore segnale di speranza nel futuro per un territorio che non ha mai dimenticato l’impegno e l’insegnamento del parroco che con coraggio si è opposto alla camorra.

Subito dopo la Messa, migliaia di persone si sono recate nei pressi del campo sportivo di Casal di Principe da dove si è mosso il corteo.

In testa al corte uno lungo striscione con la scritta: “venti/ speranza venti/ cambiamenti”, portato dagli studenti dell’Itc Carli di Casal di Principe. Subito dopo lo striscione del coordinamento dei familiari delle vittime che hanno gridato “non vogliamo pietà, ma giustizia e verità“.  Nella folla, il fratello e la sorella del sacerdote, Emilio e Marisa Diana.

”Il sacrificio di don Giuseppe – ha detto ai giornalisti Marisa Diana – non è stato inutile, bensì è servito ad innescare il cambiamento ed oggi è un simbolo della lotta alla criminalità organizzata’‘.

Quando il lungo corteo è arrivato sotto casa di don Peppe Diana, si è aggiunta alla folla anche il presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi.

Dal balcone, la madre del sacerdote anticamorra, Jolanda, commossa ha salutato don Luigi Ciotti. Lungo abbraccio anche con Bindi mentre dal corteo si gridava il nome del prete assassinato dalla camorra il 19 marzo del 1994.

Presenti anche i commissari prefettizi di vari comuni del casertano e del napoletano, il prefetto di Caserta Carmela Pagano e il questore Gualtieri, oltre a scuole, associazioni, scouts provenienti da ogni parte d’Italia.

Alla fine del corteo, tutti in piazza ove, dopo la lettura delle vittime per camorra, la parola è passata al vescovo Spinillo, a don Maurizio Patriciello ed alle autorità.

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