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Papa Francesco, benvenuto tra noi!

È tutto pronto!

Il Vescovo di Caserta, Giovanni D’Alise, ha ufficializzato il programma della visita di Papa Francesco per sabato 26 luglio 2014, solennità liturgica dei Santi Gioacchino e Anna.

Il Papa arriverà a Caserta nel pomeriggio, alle ore 15.45.

Incontrerà prima il clero diocesano per poi recarsi, dalle ore 17:30, in Piazza Carlo III, la piazza prospiciente la Reggia di Caserta, per salutare i convenuti  da tutta la Regione Campania e celebrare alle ore 18.00 la Santa Messa con tutti i sacerdoti provenienti da altre diocesi e muniti di pass. L’accesso alla Piazza è libero. Gli unici pass sono per i posti a sedere riservati per anziani e disabili. “In un momento così difficile come quello che sta vivendo tutto il territorio casertano, basti pensare – scrive in un comunicato la Diocesi di Caserta –  alle questioni ambientali e all’ancora fortissimo legame con l’appellativo Terra dei Fuochi con le conseguenze sanitarie e sociali che ne derivano, o alla rinascita della intollerabile guerra tra poveri nella città di Castel Volturno, la presenza di un Pontefice così carismatico, leale e vicino ai sofferenti del mondo intero può rappresentare, oltre l’enorme carico di speranza, un momento di distensione e, chissà, di riflessione sul possibile cambiamento di rotta che si può attuare nelle scelte di vita che riguardano sia tutti noi, sia il mondo del clero, dei religiosi, dei laici e anche di chi ci governa”.

Intanto, considerato il rigido protocollo imposto dalla gendarmeria vaticana, l’invito per i casertani è di lasciare la macchina a casa e girare a piedi per la città.

E’ la conseguenza di un evento che segna una prima volta.  Non è mai successo infatti che un papa visitasse una città due volte in tre giorni.

Queste le indicazioni per la mobilità in città:

* il lato sud della città sarà chiuso a partire dalla rotonda di San Nicola;

* il lato nord invece, da Casagiove, tutto viale Dohuet e via Passionisti.

Dalle ore 10.00 del mattino chiude corso Giannone e corso Trieste, mentre via Roma sarà in direzione unica verso largo d’Amico.

Chiuso il mercato di via Ruta, gratis tutti i parcheggi a raso – le cosiddette strisce blu – tranne ove è indicato il divieto di sosta con rimozione forzata.

Gratis anche il parcheggio sotterraneo del Monumento ai Caduti. Invece il parcheggio Pollio sarà riservato esclusivamente solo ai disabili autorizzati ad assistere alla messa e al clero.

Per i pellegrini sono state messe a disposizione navette gratuite dalla Clp.

Sono inoltre previsti treni speciali solo per il ritorno con destinazione Benevento (ore 19.40 – capienza 384 posti), Cassino (ore 20.50 – capienza 592 posti), Salerno (ore 20.30 – capienza 648 posti).

Sarà distribuita gratuitamente acqua ai fedeli che arriveranno ed è stata allertata anche l’azienda ospedaliera casertana.

In sintesi, strade di accesso alla città chiuse dalle 10 di mattina, con 10 aree di parcheggio dislocate in vari punti, centinaia di volontari in giro di buon ora per permettere il regolare afflusso degli oltre 300mila fedeli attesi, 30 ambulanze, un ospedale da campo e treni speciali per permettere il deflusso.

 Infine gli appelli rivolti a Papa Francesco, quasi come se ognuno lo tirasse da ogni lembo dell’abito talare….

 ACLI Caserta, Casa Rut, Casa Zaccheo padri sacramentini e Comitato Caserta Città di Pace gli hanno scritto: “….così come a Giovanni Paolo II denunciammo la condizione primaria per uno sviluppo “del senso della legalità ed il  ripristino  dell’autentica legalità”  non trova  la sua motivazione radicale nella moralità dell’uomo (Educare alla legalità) quando si assiste alla sospensione quotidiana  e continua degli amministratori e dei funzionari  locali dai loro incarichi o perché indagati o perché comprovatamente collusi.

Con animo affranto, oggi dobbiamo ancora denunciare le stesse cose, forse più diffuse ed aggravate, laddove dalle nostri parti la pratica perenne del clientelismo restringe sempre più gli spazi di libertà e di dignità della persona.

 Allora, Santità , nel ’92, fummo costretti a denunciare  come,   nella  nostra città e  nella nostra realtà <<risultavano particolarmente gravi il degrado ambientale e paesaggistico, l’arretratezza sociale e il sottosviluppo culturale. Basti considerare la distruzione delle nostre povere colline, l’insensata cementificazione abusiva, l’inesistenza di servizi sociali per anziani, per tossicodipendenti, talchè  Caserta sta diventando sempre più “terra di nessuno” nella quale la persona si perde e non il luogo in cui essa  socializza per costruire una comunità organizzata e solidale.

Oggi, Santità  siamo costretti a denunciare che ciò di fatto è accaduto rendendoci  una città condannata, dalla feudalità politica locale e dal potere economico, al ruolo inequivocabile di un grande <<dormitorio>> di Napoli fino al punto che  non si riesce a   riorganizzare   quella speranza che  è figlia della dignità di denunciare e del coraggio  di reagire: tutte cose, queste ultime, ormai lontane da noi.

La nostra città, lasciata da sempre senza programmazione – dei servizi, della cultura, della solidarietà – diventa, così,  il luogo dove tutto precipita e  che mortifica le istanze dei meno abbienti ignorando i loro veri bisogni e dove l’assenza di ogni sviluppo  emargina i PICCOLI, gli offesi, i più deboli, i disabili, le fasce marginali, gli extracomunitari.

 Nessun potere istituzionale interviene qui da noi a favore di chi è sempre più senza <<cittadinanza>>.

Santità, è certo che nessuno Le parlerà  dei diritti ancora negati ai nostri giovani quali quello del mancato diritto allo STUDIO , l’inadeguatezza della strutture scolastiche,  l’avvenuta lottizzazione e la spartizione degli insediamenti  universitari contro le ragioni della cultura  (insediamenti ai quali  viene negato, dalle potenti baronie universitarie,  per interessi di bottega, financo il diritto a portare il  nome che spetta loro : Università di Caserta).

Santità, è certo che nessuno Le evidenzierà come, qui da noi, oramai,  il diritto al LAVORO è    bandito del tutto e  le risorse vengono impegnate nella rendita speculativa a danno della collettività  di modo che un’intera generazione di giovani o meno giovani casertani è costretta ad emigrare al Nord o all’estero dove, al contrario,  sa conquistarsi stima, meriti, onori e riconoscimenti artistici e lavorativi ma  lasciando così  una cittadinanza anagraficamente  senza futuro, a fronte di  problemi che si aggravano e si aggrovigliano sempre di più  fino a diventare metafore e immagini  indelebili come quella di Terra di Gomorra, Terra dei Fuochi,   Terra dell’Esodo Giovanile, Terra dei Tumori,  etc.

Tutto ciò , Padre Santo, perchè diventa  ancora difficile  tagliare l’intreccio tra politica  e malaffare perchè permane la difesa ad oltranza degli interessi di PALAZZO, dove, come  in tutta Italia, vige forte una  prassi politica “che volge a illecito  progetto la funzione d’autorità di cui è investita , impone tangenti a chi chiede anche ciò che gli è dovuto e realizza collusioni con gruppi occulti e asserve la pubblica amministrazione ad interessi di parte (Educ. alla L.7).    

Qui da noi anche il dissesto finanziario viene millantato come un successo politico !

Nonostante ciò,  Lei,  SANTITA’, ci insegna che “il mondo ha bisogno di guardare al futuro con l’animo aperto e motivata speranza nel cui nome LEI CI CONFERMERA’, venendo a Caserta, che per “ la Chiesa il messaggio sociale del Vangelo non deve essere considerato una teoria ma prima di tutto un fondamento e una motivazione per l’azione  (Centesimus Annus, 57) cosicchè continueremo, come credenti, ad impegnarci perchè si realizzi un mondo fondato sulla giustizia e sulla fraternità, così come fecero Falcone e Borsellino, che in quest’occasione della Sua Visita ed anniversario  del loro martirio, ci piace ricordare.

Per tutto questo, SANTITA’ Le chiediamo, partendo dalle nostre terre, una particolare BENEDIZIONE affinchè la Sua Visita ci aiuti a rendere più adulta la nostra fede e più profetica ed evangelica la testimonianza della nostra vita, sotto la guida dei nostri presuli tutti”. 

 Questo invece l’appello dell’associazione Occam (Omosessuali cattolici casertani e amici)

Santo Padre,

cogliamo l’occasione della Sua visita pastorale a Caserta per chiedere una Sua autorevole Parola in merito a una situazione gravemente contraddittoria, fonte di sofferenza per numerose famiglie e singoli individui, spesso giovanissimi, con particolare riferimento alla Diocesi locale ma nell’interesse anche di piú ampia parte della Cristianità.

Da un lato l’AIPPC (Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici), in linea con i progressi della scienza ufficiale, attesta che l’omosessualità non è una malattia; dall’altro vari enti anch’essi di dichiarata ispirazione cattolica (Alleanza Cattolica, Giuristi per la Vita ecc.) rifiutano il suddetto dato scientifico – e in ciò sono pubblicamente appoggiati, fra l’altro, dalla Diocesi casertana (il cui Seminario è stato recentemente sede di due loro convegni in tema), nonché dalla Diocesi aversana (vedasi l’attiva partecipazione di S.E. Mons. Angelo Spinillo a un convegno dei suddetti) – chiamando esplicitamente Dio a loro testimonio, senza remore, nel propagandare l’idea già di per sé pericolosa (tale idea, per i soggetti piú giovani e vulnerabili, rappresenta una sorta di istigazione al suicidio) che l’omosessualità sia una malattia e che in quanto tale sia da “curare” tramite le cosiddette “terapie riparative”, spesso autentiche forme di tortura psicologica se non anche materiale, il cui unico effetto concreto è di provocare danni alla salute delle persone sottoposte a tali trattamenti.

La preghiamo umilmente, Santo Padre, di porre fine alla confusione che il conflitto ideologico suesposto genera nei fedeli. La preghiamo di dichiarare pubblicamente quale delle due posizioni, in definitiva, Sua Santità – e dunque la Chiesa – intende appoggiare: quella dell’AIPPC o quella contraria.

Se una Sua dichiarazione ufficiale in merito sarà pronunciata, noi Le saremo grati qualunque essa sia.

Con il piú profondo rispetto.”

 Infine quello degli organizzatori del ‘Festival dell’Impegno Civile’, manifestazione itinerante organizzata da Libera Caserta e Comitato don Peppe Diana sui beni confiscati alla camorra:

Sarebbe denso di significato e valore se Papa Francesco, nella sua visita a Caserta, volesse ricordare Don Peppe Diana.

Già Giovanni Paolo II, la domenica di quel 20 marzo 1994, all’Angelus pronunciò parole di condanna per l’efferato assassinio, fu duro con i colpevoli, mentre ricordava le buone opere del giovane sacerdote.

Oggi, a distanza di 20 anni, tanta strada è stata realizzata.

Spirano venti di cambiamenti, un popolo è risalito sui tetti per riannunciare la parola di vita, ma siamo ancora all’inizio di un cammino che si realizzerà solo camminando.

Papa Francesco ha già compiuto un atto di grande forza con la scomunica ai mafiosi, oggi gli diamo il benvenuto sulle Terre di Don Peppe Diana e gli chiediamo di ricordarlo a tutti noi come il segno di un cambiamento non solo necessario, ma possibile e che in parte si sta già realizzando.

Oggi possiamo dire che a Casal di Principe la camorra ha perso.

Lo vogliamo gridare ovunque.

Ricordare qui Don Peppe significherebbe dare un segno alle decine di uomini e donne che, anche a costo di prezzi altissimi, in questi anni non si sono arresi alla violenza della criminalità e del malaffare.

Le storie perbene che con questo festival stiamo incontrando e raccontando“.

Insomma, tutti sperano che l’arrivo di Papa Francesco possa portare una ventata di cambiamento sul territorio casertano!

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