Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Condannato ad 11 anni di reclusione l’avv. Michele Santonastaso

Per il reato di associazione di stampo camorristico, favoreggiamento e falsa testimonianza, aggravati dall’aver agito per favorire un’associazione camorristica (articolo 7 DL 152/1991), il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato ad 11 anni di reclusione Michele Santonastaso, ex avvocato del boss del clan camorristico dei Casalesi Francesco Bidognetti.

A differenza però di quanto richiesto dalla DDA, Santonastaso è stato ritenuto un mero associato e non un promotore dell’associazione a delinquere.

I giudici – collegio presieduto da Rosetta Stravino – hanno invece assolto dall’accusa di corruzione in atti giudiziari e di falsa perizia aggravati lo stesso Santonastaso insieme al boss Bidognetti e all’altro imputato eccellente del processo, il professore universitario catanese Alberto Fichera; quest’ultimo era accusato dalla DDA di Napoli di aver, in cambio di un compenso di centomila euro consegnatogli da Santonastaso, falsificato una perizia fonica con l’obiettivo di scagionare da un duplice omicidio il figlio del boss Aniello Bidognetti, meglio conosciuto come Cicciotto ‘e mezzanotte ed ex braccio destro del super boss della camorra Francesco Schiavone detto Sandokan.

La perizia portò effettivamente all’assoluzione sia di Bidognetti jr che dell’altro presunto killer Vincenzo Tammaro, mentre in secondo grado fu assolto l’esponente del clan napoletano Luigi Cimmino (NdR: l’unico ad essere condannato fu l’imputato Giuseppe Cristofaro).

I giudici però non hanno accolto tale ricostruzione dell’accusa che si basava soprattutto sulle dichiarazioni rese in tribunale da Anna Carrino, ex compagna di Francesco Bidognetti oggi pentita, che, sentita come teste il 9 marzo del 2012 nel processo, raccontò che “c’era un’intercettazione fatta in un’auto in cui comparivano le voci di Aniello e di un’altra persona (NdR: Vincenzo Tammaro); si parlava, mi disse l’avvocato Santonastaso, di un duplice omicidio (NdR: quello di Enrico Ruffano e Giuseppe Consiglio, avvenuto a Napoli il 28 aprile del 1999). Aniello in quel momento era in carcere proprio per quel delitto. Santonastaso mi disse anche che il perito di sua conoscenza avrebbe potuto modificarla in modo da non far apparire più la voce di Aniello“.

In sede di requisitoria, i pm napoletani Sandro D’Alessio e Maurizio Giordano avevano chiesto alla Corte 22 anni di carcere per Santonastaso, 7 per Fichera e 5 per Francesco Bidognetti.

Questa sentenza – ha affermato il pm D’Alessio – dimostra che il Tribunale ha deciso con equilibrio e comunque c’è una condanna di un avvocato per associazione mafiosa“.

Per il legale di Santonastaso, Maurio Iodice, “c’è parziale soddisfazione per la sentenza che dimostra che le dichiarazioni di alcuni pentiti come la Carrino e Guida non sono state giudicate attendibili“.

Attualmente libero, Santonastaso divenne noto nel marzo 2008 quando, nel corso del maxi-processo d’appello al clan camorristico dei Casalesi denominato “Spartacus”, lesse in aula – insieme al collega Carmine D’Aniello (anch’egli in passato arrestato) – un’istanza firmata dai boss Francesco Bidognetti e Antonio Iovine in cui chiedeva lo spostamento a Roma del processo per legittimo sospetto in quanto, a suo dire, il collegio giudicante si sarebbe fatto influenzare dalla giornalista de il Mattino Rosaria Capacchione, dall’ex pubblico ministero della Dda Raffaele Cantone e dallo scrittore Roberto Saviano; per quei fatti, Santonastaso è stato condannato a un anno di reclusione con il riconoscimento dell’aggravante mafiosa.

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