Cronaca

“Mafia capitale”: arresti anche a Caserta

Scattata l’operazione Tulipano.

I Carabinieri stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione distrettuale antimafia – , nei confronti di 61 persone, a conclusione di un’indagine che ha portato all’individuazione di un’organizzazione per delinquere di matrice camorristica operante nel sudest di Roma.

Arresti e perquisizioni sono in corso in varie località della Capitale e provincia, Frosinone, Viterbo, L’Aquila, Perugia, Ascoli Piceno, Napoli, Caserta, Benevento, Avellino, Bari, Reggio Calabria, Catania e Nuoro.

Sono stati  confiscati beni per decine di milioni di euro e decine di locali sono posti sotto sequestro: è questo il bilancio della notte di “Camorra capitale” e forse l’ultimo capitolo del dominio romano del clan camorristico il cui boos incontrastato è Michele Senese, considerato da molti collaboratori di giustizia l’altro vero capo di Roma insieme a Massimo Carminati.

Primo, sulla lista degli arrestati, è Domenico Pagnozzi, chiamato negli ambienti malavitosi “ice” per via degli occhi di ghiaccio, e già condannato all’ergastolo per l’omicidio Carlino del 2001 e attualmente detenuto in regime di 41 bis. Secondo nella lista dei più pericolosi è Massimiliano Colagrande, uomo vicino agli ambienti della destra radicale, finito dentro l’inchiesta “Mafia capitale“, accusato di essere il gestore, insieme al gruppo criminale, del traffico di stupefacenti a Roma. Colagrande gestiva sotto falso nome un negozio di gioielli e orologi di lusso in via Barberini nel quale confluivano e venivano ripuliti i proventi illeciti del traffico di stupefacenti.

Le accuse vanno dall’associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura, reati contro la persona, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, fittizia intestazione di beni, illecita detenzione di armi, illecita concorrenza con violenza e minacce, commessi con l’aggravante delle modalita’ mafiose.

Il nome dell’operazione è ispirato al bar il Tulipano di via del Boschetto, uno dei locali amati dal presidente Giorgio Napolitano che lì andava a prendere il caffè con la moglie. Lo stesso bar scelto dall’associazione criminale Senese-Pagnozzi come il quartier generale delle operazioni illecite. A gestirlo era Simona Paola Colagrande, parente di Massimiliano Colagrande, arrestato con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso.

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