Cronaca

Spaccio di droga a Caserta: iniziato il processo

Dopo le due condanne col rito abbreviato comminate a fine luglio a Carlo Ponticelli e Fabrizio Iucchitto (condannati ognuno a 12 anni di reclusione), è iniziato il processo per gli altri imputati dell’indagine sullo spaccio di droga a Caserta.

Davanti al collegio del tribunale presieduto dal giudice Orazio Rossi sono comparsi Elio Formati, Antonio Raniero, Cristian Tullio, Pasquale Russo, Francesco Villano e Luigi Iannicelli.

Le indagini hanno svelato l’esistenza di un ristretto, ma collaudato gruppo criminale, attivo nel comprensorio di Caserta, dedito all’acquisto, prevalentemente a Caivano, alla detenzione ed allo spaccio di cocaina ed hashish, nell’ambito del quale svolgeva un ruolo di promotore ed organizzatore Fabrizio Iucchitto.

Peculiari risultavano le modalità escogitate da Iucchitto per effettuare le cessioni delle dosi, al fine di ridurre il rischio di essere sorpresi dalle pattuglie delle forze di polizia.

Iucchitto infatti aveva allestito un sistema “itinerante” di spaccio grazie al quale, dopo un primo breve contatto telefonico con l’acquirente, la cessione veniva perfezionata da lui o da uno dei suoi complici in un luogo pubblico, che variava continuamene, indicato cripticamente tramite telefono cellulare.

Talvolta i consumatori si recavano presso l’abitazione dell’indagato per trattare l’acquisto e consegnare il denaro, poi gli veniva loro indicato il luogo dove avrebbero trovato il pusher pronto alla consegna.

Iucchitto, peraltro, era solito cambiare continuamente utenza telefonica, proprio per evitare eventuali intercettazioni e utilizzava abitualmente, in occasione dei contatti finalizzati alle cessioni, un linguaggio criptico ed allusivo, ricorrendo a comunicazioni brevissime, per cui il lasso di tempo che intercorreva tra la richiesta telefonica e l’incontro tra i pusher ed il consumatore era così limitato da rendere particolarmente difficoltose le attività di riscontro da parte degli investigatori.

Una ulteriore precauzione era quella di trasportare solo le dosi richieste in modo che, in caso di controllo delle forze di polizia, si poteva giustificarne il possesso con l’uso personale, soggetto alla sola sanzione amministrativa.

Secondo le indagini, invece, Carlo Ponticelli, pregiudicato di Caivano, era il fornitore abituale di Iucchitto, in virtù di un consolidato rapporto commerciale.

La consegna avveniva o tramite corrieri al servizio del gruppo, quali Francesco Villano, oppure era lo stesso Ponticelli a recapitare a Caserta lo stupefacente richiestogli da Iucchitto.

In una circostanza i corrieri, per eludere eventuali controlli, avevano utilizzato come mezzo di trasporto un taxi, condotto da un complice.

Nel corso delle indagini, la Squadra Mobile il 2 settembre 2013, arrestava “il corriere”, Antonio Raniero, 30enne di Napoli, ma residente a Crispano, mentre a bordo della sua auto trasportava 4 kg di hashish e 6 grammi di cocaina destinati all’approvvigionamento dell’organizzazione: il giovane aveva occultato nella fiancata posteriore sinistra dell’auto, di cui era alla guida, l’ingente quantitativo di droga, suddiviso in 4 cubi avvolti da nastro adesivo del tipo imballaggio, ognuno dei quali conteneva 10 panetti di hashish.

Un sesto indagato, destinatario della misura cautelare in carcere, deputato nell’ambito del gruppo criminale prevalentemente al ruolo di corriere, nel frattempo è deceduto per overdose.

Particolare la posizione di Cristian Tullio, considerato dagli inquirenti il capo e promotore dell’organizzazione criminale, per il quale però già il gip, in fase cautelare, ha respinto la richiesta di arresto.

Lo stesso Tullio, inoltre, viene scagionato da Ponticelli e Iucchitto, con quest’ultimo che lo definisce solo un amico che nulla c’entra con lo spaccio di droga.

 

 

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