Provincia di Caserta

Appalti truccati: Indagato il presidente regionale del PD Stefano Graziano per concorso esterno in associazione camorristica.

Nell’inchiesta che ha portato all’operazione congiunta di Guardia di Finanza e Carabinieri con nove persone arrestate perché accusate di favorire il clan camorristico dei Casalesi in alcuni appalti è indagato anche Stefano Graziano (nella foto), presidente regionale del PD e consigliere regionale, ex deputato. Graziano è accusato di concorso esterno in associazione camorristica. Su di lui indagano i Pm della procura Antimafia di Napoli che hanno ordinato la perquisizione del suo ufficio in Regione e della sua abitazione.

L’ipotesi che ha indotto gli inquirenti a effettuare le perquisizioni nei confronti di Stefano Graziano è che l’esponente del PD abbia chiesto e ottenuto appoggi elettorali in riferimento alle ultime consultazioni per l’elezione del Consiglio regionale della Campania. Secondo tale ipotesi, Graziano si sarebbe posto ”come punto di riferimento politico ed amministrativo” del clan camorristico Zagaria del quale è accusato di far parte A. Z., omonimo del boss, oggi arrestato.

Lo spunto investigativo è stato offerto da una intercettazione di colloqui tra A. Z. e, l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro, colloqui nel corso dei quali si faceva riferimento all’appoggio elettorale che occorreva garantire a Graziano. Quest’ultimo si sarebbe attivato – ma tale circostanza non è ritenuta illecita dagli inquirenti della Dda – per favorire il finanziamento dei lavori di consolidamento di Palazzo Teti, al centro dell’inchiesta. A. Z. e Di Muro – scrive il gip Anna Laura Alfano nella sua ordinanza – parlano di “imprenditori favoriti da piazzare. Poi A. Z. – sottolinea il giudice – mostra di attivarsi direttamente per sostenere la campagna elettorale di un candidato alle competizioni elettorali di quel periodo (tale Graziano, candidato per il consiglio regionale) e di questo fatto rimprovera Di Muro che, a suo dire, non si sta attivamente impegnando“.

Questi alcuni passaggi dell’intercettazione:

A. Z.: “…ma tu non ci stare troppo…rimaniamo sempre quelli che siamo. Quello Pasquale…il cazzo…ha detto: io ho fatto il passaggio! Pasquale sei capace di metterti addosso…addosso! (Nel corso della conversazione – annota il giudice – Zagaria asserisce che il citato Pasquale gli ha proposto di passare con lui)….Hai capito…ti vuoi togliere…mi serve uno come te…ma che cazzo stai dicendo, il tengo per il PD (Nella circostanza – aggiunge il gip – riferisce a Di Muro anche la risposta negativa che ha fornito sempre a Pasquale)…Io ti voglio bene a te…tu sei sempre l’amico mio, cosa hai capito? No io ti ringrazio di questa cosa.. No non mi devi ringraziare mai! E già non sta bene…perché noi dobbiamo portare a Graziano (Stefano, precisano gli inquirenti) e tu non ti fai vedere. Ti dovrei allontanare io a te! O no? Mannaggia la madosca!”

Presso la sede nazionale del  PD a Roma c’è imbarazzo e parole molto caute e misurate. Il premier e segretario PD, Matteo Renzi, ha voluto subito le dimissioni di Graziano. Vale la presunzione di innocenza, ma l’accusa è pesante e il PD non vuole ombre. Graziano inoltre ha anche avuto un ruolo di consulente a Palazzo Chigi tra il 2013 e il 2014, ma fonti dell’esecutivo sottolineano come il governo Renzi non abbia rinnovato alcun ruolo all’ex deputato perché tale impegno, assunto sotto il governo Letta, aveva una durata di un solo anno, dal 31 dicembre 2013 al 31 dicembre 2014, termine in cui l’incarico è cessato senza essere confermato.

Appresa la notizia delle indagini ai suoi danni, Stefano Graziano ha rilasciato al seguente dichiarazione: “Nell’esprimere la massima fiducia nell’operato della magistratura, con grande sofferenza, comunico la mia autosospensione dal Partito Democratico in attesa di chiarire, al di là di ogni anche generico sospetto, la mia posizione. Ho sempre agito, nel corso della mia carriera politica, nel pieno rispetto dei principi di trasparenza e legalità, per me imprescindibili regole di vita. Pertanto ho conferito mandato al mio legale di attivarsi presso la procura napoletana perché al più presto venga fissato un interrogatorio nel corso del quale potrò fornire ogni spiegazione sui fatti che l’Autorità giudiziaria riterrà di dover approfondire, confermando la mia totale estraneità a qualsiasi vicenda illecita“.

Numerose – e di diverso stampo – le reazioni “politiche”.

Lorenzo Guerini, vicesegretario del Partito Democratico: “Sulle notizie che arrivano da Caserta ci auguriamo che si faccia chiarezza al più presto, che si possano rapidamente chiudere le indagini e definire la posizione di chi è coinvolto. Nel frattempo, totale e incondizionata fiducia nel lavoro della magistratura“.

Rosaria Capacchione, senatrice del PD, componente della Commissione parlamentare Antimafia: “Che il Partito Democratico della Campania fosse diventato oggetto di un arrembaggio piratesco da parte di affaristi privi di scrupoli e collusi, è cosa che abbiamo denunciato da molto tempo: a Caserta, con la vicenda Asi, e in tutta la regione, come si era visto durante le elezioni regionali, con la corsa di personaggi equivoci per salire sul carro del vincitore. Fa male vedere che, purtroppo, un’indagine giudiziaria conferma quelle preoccupazioni; indagine che colpisce anche il presidente regionale del PD, Stefano Graziano. Siamo certi che riuscirà in tempi rapidi a dimostrare la sua distanza da certi ambienti che hanno inquinato e continuano a inquinare la provincia di Caserta e il Mezzogiorno. Ma ritengo che sia opportuno un suo passo indietro dalla presidenza dell’assemblea regionale perché possa chiarire al più presto la sua posizione, nel rispetto dello spirito dei codici deontologici che ispirano la natura stessa e la ragione d’essere del Partito Democratico

Vincenzo De Luca, PD, governatore della Campania: “Gli atti compiuti da parte di Stefano Graziano sono doverosi e apprezzabili, si è autosospeso, la magistratura ora vada avanti in tempi rapidi. Ho piena fiducia piena nell’iniziativa della magistratura. Vadano avanti le indagini senza guardare in faccia a nessuno. Si concludano velocemente ricordando il principio che, fino a sentenza definitiva, chiunque è innocente”.

Valeria Ciarambino, portavoce cinquestelle in Regione Campania: “I voti della camorra avrebbero portato Stefano Graziano, presidente regionale del PD in Campania, fino in consiglio regionale, dove tuttora siede. La Guardia di Finanza sta perquisendo la sua casa di Teverola, la sua residenza romana e anche il suo ufficio di consigliere regionale al Centro direzionale di Napoli. Le Fiamme gialle, indagando su un giro di mazzette e corruzione che hanno portato anche all’arresto del sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Biagio Di Muro, hanno intercettato una conversazione in cui si parlava dell’appoggio elettorale che si doveva a Graziano che sarebbe diventato “punto di riferimento politico e amministrativo del potente clan della camorra Zagaria”. In una terra in cui la presenza della camorra è ingombrante e incide nella vita di tutti i cittadini onesti, non si può tentennare neanche un minimo: Graziano lasci la sua poltrona in consiglio regionale e chiarisca tutto di fronte ai giudici. Non è accettabile che resti un solo minuto in più vista la gravità delle accuse nei suoi confronti“.

Luigi de Magistris, sindaco di Napoli: ”Bisogna comprendere più nel dettaglio la vicenda. Si tratta di indagini per le quali non bisogna mai giudicare frettolosamente, però, ancora una volta, un esponente apicale del PD viene coinvolto in vicende giudiziarie assai gravi, addirittura per quanto attiene a  legami con una delle più potenti organizzazioni mafiose in Italia. La rottamazione di Renzi non è mai iniziata, anzi. Ed è per questo che continuiamo nella nostra battaglia per dimostrare che in politica non sono tutti uguali ma che ci sono anche persone che si schierano, con onestà e coraggio, per impedire che tra politica e crimine organizzato ci siano zone grigie o di collusione“.

Pippo Civati, deputato di Possibile: “In un momento tanto delicato per Napoli e la Campania, con una nuova guerra di camorra in atto che sta lasciando per le strade morti e un diffuso senso di impotenza tra i cittadini, appare assai grave l’ennesima inchiesta che collega il mondo degli appalti, il clan camorristico dei Casalesi ed esponenti di spicco della politica locale. La presunzione d’innocenza è doverosa, ma non si può non rilevare la gravità del coinvolgimento del presidente del PD campano Stefano Graziano nell’indagine coordinata dalla  direzione distrettuale antimafia di Napoli“.

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