Non smetteremo mai di denunciare come già in occasione della inaugurazione del nuovo anno accademico 2015/2016 – alla presenza del neo Rettore Paolisso e dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone – in qualità di “Comitato pro Università di Caserta”, evidenziammo, insieme a numerose altre associazioni casertane, che “la resistenza a che la SUN non diventi Università di Caserta significa aspettare che con il completamento del Loreto Mare tramonti il sogno casertano di avere la Facoltà di Medicina ed il suo Policlinico, cosicchè entrambi, con altre facoltà, ritornino a Napoli, come desiderio iniziale dei baroni della medicina”.
Oggi, tra ridicole smentite e vergognosi silenzi, si va concretizzando questa nostra “profezia” del trasferimento, con l’avallo del Govenatore De Luca diventato non solo salernocentrico, ma ormai anche fortemente napolicentrico.
Alla luce di questo disegno preordinato, si capisce anche la scelta recente, surreale e vergognosa, della proposta del nuovo nome della SUN in Università della Campania, passaggio, quest’ultimo, necessario per poter realizzare tutti i trasferimenti di cui innanzi (cosa, ovviamente, impossibile se fosse stato scelto invece il nome, dovuto e doveroso, di Università di Caserta).
Con l’ Università della Campania e l’Ospedale Loreto Mare, les jeux sont faits!
Oltre a rimanere, come denuncia padre Nogaro, per sempre “nullatenenti di professione” – dal Tribunale al Conservatorio, al Tar – si aggrava in tal modo l’offesa fatta ad un territorio intero il quale ha diritto ineludibile, per appartenenza, per identità, per dignità, per voglia di riscatto e di risveglio, di avere quell’Università così come fu deliberato 25 anni fa e per la quale la Città lottò strenuamente sotto la SUA guida, con una storia esemplare che le fa ancora oggi onore .
Senza di essa il nostro territorio, già allo stremo, implode, per tante ragioni socio-economiche ben note, dentro le quali il dramma occupazionale dei giovani e delle prospettive ad essi negate si aggroviglia e si aggrava sempre più per la corruzione diffusa, per il proseguire degli scempi ambientali e paesaggistici, per lo sprezzo della salute dei residenti, per l’avvelenamento costante delle sue terre.
Scippare il Policlinico a CASERTA significa favorire, poi, ancora una volta, disuguaglianze inaccettabili rispetto all’area metropolitana che continua ad essere privilegiata per presenza di strutture a scapito della nostra insufficienza territoriale per cui si realizza un welfare sempre meno inclusivo ed incapace di tutelare e promuoverne i propri diritti, in primis quello alla protezione della salute.
Ancora una volta la politica fa scelte scellerate mandando un segnale inequivocabile a favore delle “cave”, trasferendo il policlinico.
Per questo, come Comitato esortiamo ancora una volta casertani, società civile, sindacati, ordini professionali, istituzioni, associazionismo a rimanere, come 25 anni fa esortava Nogaro, “instancabili camminatori sui sentieri del diritto, fiduciosi di raggiungere “la terra promessa”” e rifiutare lo stato attuale di indigenti e cronici “nullatenenti di professione”.
(Comitato Pro Università di Caserta)