Caserta

Al “Piccolo Teatro CTS” di Caserta in scena la storia di Iqbal Masih

Dopo tre appuntamenti esclusivamente musicali, questo fine settimana – sabato 7 alle ore 21.00 e domenica 8 gennaio alle ore 19.00 – è di scena il teatro/canzone al Piccolo Teatro Cts di via Louis Pasteur 6 a Caserta (zona Centurano), con “IQBAL” di Luigi Marino,uno spettacolo presentato dalla compagnia teatrale RossoSimona, e diretta dallo stesso autore.

Sul palco del Cts  ci saranno, oltre a Luigi Marino, anche Noemi Caruso ed Arianna Luci.

Questa la storia riadattata in pièce teatrale e dalla quale è stato tratto anche un film prodotto dalla RAI con la regia di Cinzia TH Torrini:

«Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro, unici strumenti di lavoro: penne e matite». Iqbal Masih (1983-1995; foto sottostante) è stato un bambino operaio, sindacalista e attivista pakistano, diventato un simbolo della lotta contro il lavoro infantile.

Per ripagare un debito familiare equivalente a 12 dollari, Iqbal fu ceduto a un fabbricante di tappeti. Fu quindi costretto a lavorare 10-12 ore al giorno, incatenato al telaio e sottonutrito, tanto da riportare un danno alla crescita.Nel 1992 riuscì a uscire di nascosto dalla fabbrica e partecipò insieme ad altri bambini a una manifestazione. Ritornato nella manifattura, si rifiutò di continuare a lavorare malgrado le percosse. Il padrone sostenne che il debito, anziché diminuire, era aumentato a diverse migliaia di rupie, pretendendo di inserirvi lo scarso cibo dato a Iqbal, supposti errori di lavorazione eccetera. La famiglia fu costretta dalle minacce ad abbandonare il villaggio.

Iqbal, ospitato in un ostello, cominciò a studiare, a viaggiare e a partecipare a conferenze internazionali, sensibilizzando l’opinione pubblica sui diritti negati dei bambini lavoratori pakistani contribuendo al dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti internazionali dell’infanzia.

                                                                                                                        Iqbal Masih

Alla fine del 1994 si recò a Stoccolma, partecipando a una campagna di boicottaggio dei tappeti pakistani volta a mettere pressione sulle autorità di Islamabad.Nel dicembre del 1994 presso la Northeastern University di Boston ricevette il premio Reebok Human Rights Award. Vista la giovanissima età venne creata una categoria apposita: Youth in Action.Nel frattempo, sia per la pressione internazionale che per l’attivismo locale, le autorità pakistane avevano preso una serie di provvedimenti, tra cui la chiusura di decine di fabbriche di tappeti.

Le testimonianze circa gli avvenimenti dell’ultima giornata della sua vita, il 16 aprile 1995, giorno di Pasqua, sono in buona parte imprecise e contraddittorie. Due cugini che l’accompagnavano, riferiscono che ad un certo punto nel tardo pomeriggio non prese l’autobus che doveva portarlo nella capitale e si allontanò con loro in bicicletta.

Secondo il rapporto della polizia e la testimonianza iniziale dei cugini, uno dei quali fu ferito nella sparatoria in cui Iqbal Masih venne ucciso, l’omicida fu un lavoratore agricolo a seguito di una breve lite. Si accusò subito la “mafia dei tappeti“.

A distanza di tempo permangono diversi dubbi sull’accaduto. Pure i due cugini poche settimane dopo ritrattarono la loro testimonianza iniziale.A seguito della sua morte, il tema del lavoro minorile, in special modo nell’industria pakistana dei tappeti, ha ricevuto ancora maggior attenzione, rendendo Iqbal un vero e proprio simbolo di tale causa.

Condividi!