Caserta Cronaca

Minaccia di “fare una strage” nel Rione Tescione a Caserta, non si arrende alla Polizia che è costretta a far fuoco per fermarlo.

Lo conoscono bene nel rione Tescione a Caserta ove è solito andare in giro con la “mimetica” per darsi l’aria di un ex-millitare, raccontando spesso di aver preso parte ad importanti missioni, in particolare in Afghanistan.

Ma in realtà queste sono solo fantasie nate nella mente squilibrata di Gianfranco Lamonica, nato a Caserta il 24 marzo di 41 anni fa, con spiccate simpatie per l’estrema destra fascista, che non ha mai preso parte ad alcuna missione non essendo affatto un militare, come invece tentava di far credere a tutti.

Dedito al softair (gioco della guerra), il Lamonica questo mercoledì mattina, intorno alle ore 13.00, si è presentato per le strade del quartiere in evidente stato di alterazione psichica, vestito con la solita tuta mimetica, ma stavolta armato anche di una “pistola beretta”.

Dopo aver spaventato dei passanti, è entrato nel bar ‘Chimera‘ in via Vescovo Natale, tra la locale Chiesa e la Scuola Allievi di Polizia di Caserta, e ha incominciato a minacciare di morte tutti gli occasionali avventori e la cassiera che ha immediatamente accusato un malore.

Nel frattempo, allertate prontamente da alcuni cittadini, sono giunte sul posto due pattuglie della Polizia che hanno bloccato  la circolazione viaria ed intimato al 41enne di gettare la pistola ed uscire fuori dal bar con le mani alzate.

Gli agenti hanno ripetuto per tre, quattro volte l’avviso, ma il Lamonica, per tutta risposta, ha rifiutato di gettare l’arma (una “Beretta” giocattolo, ma estremamente simile ad un’arma vera) che ha poi caricato e rivolto minacciosamente verso gli agenti. La polizia a quel punto è stata costretta a fare fuoco colpendo il Lamonica ad una spalla ed una gamba.

Caduto a terra ferito, il finto militare è stato poi trasportato in autoambulanza al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta ove è stato ricoverato in codice rosso per le cure del caso.

Ora è piantonato in Ospedale ove è agli arresti, accusato, tra l’altro, di resistenza a pubblico ufficiale con l’aggravante dell’uso delle armi.

Sarebbe ora il caso di curargli prima il corpo (viste le ferite riportate), ma anche la mente con particolare e costante attenzione da parte del locale Dipartimento della Salute Mentale, facendo sì che il Lamonica non rappresenti più un pericolo per l’incolumità, pubblica e personale.

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