Cultura

La Campania e le tradizioni, soprattutto culinarie, della festa dei Defunti

Nonostante l’emergenza coronavirus continui a tenere sotto scacco l’intera penisola destando preoccupazione, i cimiteri di Napoli sono rimasti aperti nelle date del 31 ottobre e dell’1 e 2 novembre, giornate in cui la comunità cristiana celebra la festa di Ognissanti e la Commemorazione dei defunti.

Ad assicurare ai cittadini l’apertura dei cimiteri in queste solennità importanti per la Chiesa sono stati il vice sindaco Panini e l’assessore Galiero che, prendendo questa importante decisione, hanno esaudito le richieste dei fiorai.

Sempre nel rispetto delle restrizioni dovute all’emergenza covid-19, i partenopei hanno potuto onorare come sempre i loro cari estinti portando fiori e lumini sulle loro tombe.

Dello stesso avviso di tenere aperti i cimiteri sono stati anche parecchi sindaci della Campania dove il culto dei morti è radicato e sacro come in tutto il Sud Italia.

I campani hanno l’abitudine di tenere vivo il rapporto con l’aldilà invocando i defunti sia per questioni importanti sia per motivi futili; infatti ai defunti vengono chiesti contemporaneamente intercessioni spirituali e consigli per giocare alla lotteria.

Nell’era di internet i defunti vengono chiamati in causa pure per suggerire le combinazioni da giocare alla roulette di Voglia di Vincere Casinò Online, il casinò autorizzato dall’Amministrazioni dei Monopoli e delle Dogane a cui si accede velocemente dallo smartphone.

Alla festa dei Morti seguono non solo tradizioni spirituali e votive, ma anche tradizioni culinarie legate soprattutto ai dolci che sono un omaggio dei vivi ai cari defunti che nella notte tra il 1 e il 2 novembre tornano dall’aldilà entrando nelle case dei parenti.

Uno dei dolci tipici della tradizione campana è il torrone morbido o “muollo” di gusti assortiti e ricoperto di cioccolato. Il gusto tradizionale di questo dolce dedicato ad Antonio Casanova è alla nocciola, ma nel tempo si sono aggiunte diverse varianti, come quella al caffè, che gli hanno consentito di accontentare le esigenze di tutti i palati.

Quando i torroni sono di piccole dimensioni vengono chiamati “morticelli” forse perché la forma richiama quella della cassa da morto.

Altri dolci che caratterizzano la settimana dei defunti sono le “ossa i’ muort” che sono torroni consistenti preparati con mandorle tritate, zucchero e acqua. Gli ingredienti vengono amalgamati dentro un pentolino e posti sul fuoco.

Le “Rame di Napoli” pur avendo origini siciliane (catanesi) non possono mancare sulle tavole dei morti. Si tratta di dolci soffici e speziati con farcitura di confettura o Nutella e interamente ricoperti da una glassa al cioccolato.

Il fatto che un tempo la Campania e la Sicilia formavano il Regno delle Due Sicilie potrebbe spiegare il motivo per cui alcune ricette appartengono ad entrambe le tradizioni culinarie.

A fare bella mostra nelle giornate dedicate ad Ognissanti ed ai Defunti c’è anche la Melagrana, frutto tipico del periodo, che viene considerato come simbolo della rinascita, risultando oggi particolarmente adatto al momento difficile che sta attraversando il nostro Paese.

Per allontanare la tristezza legata alla pandemia, non c’è nulla di meglio di addolcire il palato con i dolci più buoni di sempre.

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