Cronaca Provincia di Caserta

Prima scatenava incendi e subito dopo faceva il volontario della Protezione Civile per tentare di spegnerli

Militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Calvi Risorta, unitamente a quelli dei Reparti Forestali di Alife e Caserta, hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa, su richiesta della locale Procura della Repubblica, dal GIP presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti del 26enne N. M. R., gravemente indiziato dei reati di cui agli articoli 81 e 423 bis, commi 1, 3 e 4, c.p..

Dalle indagini svolte emergevano gravi indizi di colpevolezza, a carico dell’indagato, avendo lo stesso cagionato quattro distinti incendi boschivi di natura dolosa, per una superficie complessiva di circa trentotto ettari, ricadenti sui versanti collinari facenti parte della catena denominata “Monte Maggiore“, nel comune di Camigliano.

Gli incendi venivano consumati nelle date dell’8 e del 9 agosto 2020 e hanno riguardato terreni cespugliati e ricoperti di vegetazione arbustiva (macchia mediterranea) e da bosco quercino, nonché fondi utilizzati come pascoli a ridosso di aree boscate, situati tutti in zone soggette a vincolo paesaggistico ed idrogeologico, ricorrendo dunque l’aggravante di aver danneggiato un’area protetta, provocando un esteso nocumento all’ambiente.

Le indagini hanno preso spunto dagli iniziali accertamenti operati dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Calvi Risorta che, attraverso l’esame delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, notavano il transito anomalo del veicolo in uso al 26enne, proprio nella fascia oraria compatibile con quella di accensione degli incendi.

M. R. risulterà essere un volontario della locale “Protezione Civile” di Camigliano, compagine che si occupa, tra l’altro, anche di coadiuvare le operazioni di spegnimento degli incendi boschivi nel predetto territorio comunale.

I successivi approfondimenti investigativi, diretti dalla Procura, attuati mediante l’analisi delle posizioni GPS del tracker installata sull’autovettura dell’indagato e l’esame dei tabulati del traffico telefonico dell’utenza cellulare in uso al medesimo, risultavano determinanti nell’accertare il coinvolgimento di  N. M. R. nella dinamica incendiaria.

Veniva infatti confermato che l’indagato si era portato ripetutamente con la propria autovettura proprio in prossimità dei punti di insorgenza dei quattro incendi boschivi e negli orari compatibili con l’accensione degli stessi, per poi comunicarne l’avvenuto avvistamento in assoluto ritardo, proprio non destare sospetti.

La presente indagine costituisce l’ultima delle numerose iniziative di contrasto della locale Procura della Repubblica ai fenomeni criminali degli incendi boschivi, repressione che rappresenta una delle priorità dell’Ufficio e dei Servizi di Polizia Giudiziaria specializzati nelle relative investigazioni.

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