Approfondimento Provincia di Caserta

Acqua bene pubblico o di consumo? Mercificazione o diritto? Queste le argomentazioni dell’Assemblea pubblica sull’acqua

Si è tenuta, presso la sede del Circolo ARCI di San Nicola la Strada, l’Assemblea Pubblica per la Difesa dell’Acqua.

L’incontro ha suscitato un ottimo riscontro in termini di partecipazione da parte dei cittadini. In qualità di relatrice la Dottoressa Mariella Natale, capofila del Movimento Blu Caserta, ha espresso le perplessità legate al fenomeno delle privatizzazioni delle reti idriche italiane e campane.

Gli argomenti di discussione sono stati quelli legati agli effetti della privatizzazione sulla gestione delle risorse idriche pubbliche nazionali. Allo stato attuale sono infatti tutte gestite da Corporation. Le multinazionali hanno acquisito il primato sulla gestione dell’acqua. Un bene che dovrebbe essere comune è a tutti gli effetti bene a gestione privata.

Sotto la spinta delle concessioni di gestione degli impianti idroelettrici, le quattro francesi Acea, Veolia, Iren, A2A hanno la gestione esclusiva dell’acqua della nostra penisola. Le quattro sorelle francesi di fatto sono il cuore delle nostre risorse idriche.

Ma andiamo ad analizzare i dati relativi all’effetto della privatizzazione.

Le fonti attive in Italia sono 189 delle quali:

–  la Nestlè possiede i seguenti marchi: Claudia, Giulia, Limpia, Vittel, Contro, Terrier, Levissima, Panna, S. Bernardo, Pejo, Recoaro, S. Pellegrino e Vera.

– la Danone possiede: San Benedetto, Guizza, Boario, Vitasnella, Ferrarelle, Fonteviva, Santagata, Acqua di Nepi.

– la CO.GE. International possiede invece: Rocchetta ed Uliveto.

– infine le restanti fonti appartengono a CO.GE. Italacqua.

Il totale in termini di ricavi annuali ammonta a 5 miliardi e mezzo di euro. In proporzione i ricavi destinati alle regioni sono davvero iniqui in quanto ammontano a circa 0,003 centesimi al litro, l’equivalente di circa 30 euro ad ettaro in concessione.

L’acqua è a tutti gli effetti gestita quale bene di lucro e non primario.

Le percentuali di utilizzo legate all’acqua sono: 70% per il consumo agricolo, 20% per quello industriale e solo il 10% destinato a quello umano.

L’industria globale dell’acqua supera infatti i 400 miliardi annui.

Inoltre l’acqua produce entrate superiori a quelle legate a gas, rame e petrolio.

Le quotazioni borsistiche legate alle aziende del settore sono tra le più quotate.

Esistono due filoni di pensiero sulla gestione dell’acqua, una pro privatizzazione gestionale ed un’altra, quella definita nel 2020 dall’ONU che la definisce quale bene pubblico e diritto indissolubile. Pertanto sono divisi sull’idea della gestione privata quale più efficiente ed economica di quella pubblica.

I dati di smaltimento delle microplastiche e di rilascio di CO2 per il trasporto sono dati da non sottovalutare ai fini di tale posizione.

Va sottolineato che l’acqua e’ un bene prezioso e scarseggia a livello globale. Le motivazioni sono varie, fra queste vi sono: inquinamento, inaridimento e distruzione della fauna e della flora dei laghi.

Altre cause sono: la contaminazione del suolo, le piogge acide, il taglio delle foreste pluviali, il surriscaldamento terrestre e lo sconvolgimento dei vari ecosistemi.

Per poter garantire il riciclo dei fiumi occorrono fra i 12 e i 20 anni, mentre quello delle falde acquifere necessita di ben 1400 anni.

Anche le dinamiche d’irrigazione portano ad un’enorme dispersione di utilizzo dell’acqua; infatti sarebbe raccomandabile l’irrigazione a goccia che porterebbe ad un consumo minimo rispetto a quello prodotto dalle attuali tecniche d’irrigazione diffuse sul mercato.  L’acqua è necessaria per la produzione della maggior parte dei prodotti, dai capi d’abbigliamento, alle bevande, alla carta.

I costi di smaltimento ammontano a 73.000 euro all’anno a carico delle Regioni.

In termini d’inquinamento vengono prodotti 700.000 tonnellate di CO2 ogni sette miliardi di bottiglie vuote e materiali di scarto.

Il trasporto delle bottiglie piene produce 375 tonnellate di CO2 annui.

Questi dati, allarmanti per il bene pubblico e del pianeta, sono stati esposti dalla Dottoressa Natale in occasione dell’Assemblea  Pubblica per la Difesa dell’Acqua.

Vale a questo punto domandarsi davvero se l’acqua debba continuare ad essere gestita da industrie private oppure andrebbe affidata al servizio pubblico.

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