Cronaca Enti Provincia di Caserta

Estorsione e corruzione aggravate dal metodo mafioso: tra i sei arrestati anche il vicepresidente della Provincia di Caserta Pasquale Crisci

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta ha coordinato l’esecuzione da parte della Compagnia di Marcianise di un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di n. 6 soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo, in concorso tra loro, dei reati di estorsione e corruzione aggravati dall’utilizzo del c.d. “metodo mafioso”.

L’adozione della misura cautelare è intervenuta a seguito delle indagini, svolte dal suddetto Reparto territoriale nonché dirette e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che hanno dimostrato come, attraverso condotte estorsive e corruttive, gli indagati avessero ottenuto l’assegnazione di cappelle e loculi cimiteriali dal comune di S. Maria a Vico.

Il provvedimento restrittivo ha riguardato Domenico Nuzzo alias “Mimmariello“, 51enne di S. Maria a Vico, e Carmine Liparulo denominato “Schiattubello“, 49enne di S. Felice a Cancello, elementi contigui al clan camorristico “MASSARO”.

Unitamente ai citati soggetti, sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere anche il 44enne Giuseppe Pascarella, imprenditore ed allora concessionario del cimitero, il 58enne Giovanni Papa, dipendente comunale a S. Maria a Vico, ed il 55enne Carmine De Lucia, tutti di S. Maria a Vico ed ivi residenti, ad eccezione del De Lucia (già consigliere comunale a Reggio Emilia) che è invece residente fuori Regione.

Il nome però di maggiore spicco tra i 6 arrestati è quello di Pasquale Crisci (nella foto di copertina), 47 anni, già vicesindaco di S. Maria a Vico ed attuale vicepresidente della Provincia di Caserta, carica ottenuta poco più di un anno fa, all’indomani delle elezioni del 18 dicembre 2021, per effetto di una designazione diretta del consigliere regionale Giovanni Zannini, leader dei Moderati, gruppo politico a cui Crisci appartiene.

( Pasquale Crisci e Giovanni Zannini )

Le attività investigative hanno accertato che, tramite la forza intimidatrice del clan camorristico, uno dei soggetti sopra menzionati aveva ottenuto l’assegnazione di una cappella gentilizia del valore di 44.000 euro estorta al titolare della società aggiudicataria dei lavori di ampliamento del cimitero di S. Maria a Vico.

Tale cappella gentilizia, attraverso l’intervento presso il medesimo imprenditore di altro soggetto, pure attinto da misura cautelare, e la compiacenza di un impiegato comunale e di un consigliere comunale, veniva successivamente assegnata, sulla base di documentazione artatamente prodotta, ad altro soggetto, in cambio di un corrispettivo in denaro.

In tale ambito investigativo, venivano accertare ulteriori condotte riguardanti l’illecita compravendita di cappelle e loculi ubicati nel cimitero di S. Maria a Vico che vedevano il coinvolgimento anche dell’allora concessionario dei servizi cimiteriali e di ulteriore soggetto coinvolto, quest’ultimo risultato intestatario di ben n. 16 loculi.

 

 

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