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Sanremo: Rocco Hunt. ROCCO CHI?

Voglio fare una piccola premessa.

Non sono né un critico musicale né un esperto di musica. Sono un normale ascoltatore di musica che però ha avuto nella sua “carriera radiofonica” (passatemi il termine) la fortuna di ascoltare molta musica, diverse anteprime, di conoscere tanti ragazzi, band emergenti e autori bravissimi.

Ieri sera a Sanremo, è andato in scena il giovane rapper campano Rocco Hunt che questa sera, si giocherà la vittoria.

Un ragazzo giovanissimo, appena 19 anni, salernitano, attuale capocannoniere del genere rap-napoletano.
Va a Sanremo con un brano indubbiamente molto forte, “Nu Juorno Buono”, che affronta temi sociali importanti, emergenze ambientali (la terra dei fuochi), il tema della disoccupazione, dei contrasti inutili (aggiungo io) tra il Nord ed il Sud Italia. Tematiche vere, attuali, che meritano di essere affrontate sempre e comunque, senza censura e con ogni mezzo; anche con la musica! La musica ha un potere straordinario e può riuscire a far passare dei massaggi in maniera molto più chiara e diretta.

Quello che però mi domando è: perché un ragazzo di 19 anni, tale Rocco Pagliarulo, dovrebbe raccontarci e parlarci di questi temi? Cosa ne sa lui, salernitano, ribadisco, dell’emergenza Terra dei Fuochi, che per l’appunto riguarda la provincia di Napoli e parte della provincia di Caserta? Cosa ne sa un ragazzo di 19 anni del precariato e della disoccupazione? Lui, che a soli 19 anni, si ritrova già con un contratto discografico e una partecipazione all’evento musicale più importante d’Italia dove, per l’appunto, girano fiumi di soldi? Lui che, giovanissimo, canta di tematiche sociali, di famiglia e di valori veri della vita, con quell’aria da bravo ragazzo, quasi vittima dell’anagrafe, che ha intrappolato nel corpo di un giovanissimo la testa pensante di un filosofo d’altri tempi. Nella sua canzone manca solo il problema della TAV, l’infinita Salerno-Reggio Calabria e il problema tasse. Magari anche qualcosina sulla Costa Corcordia, per finire la frittata. Il tutto, ovviamente, condito con uno spiccato accento meridionale. La firma ad un dipinto degno di un grande artista.

La musica è una cosa seria. La musica non deve essere imboccata né manipolata. La musica non può essere lo strumento sociale per mettere in moto la macchina dei soldi, le attuali case discografiche italiane. Il genere che rappresenta, il rap alla napoletana, sta distruggendo anni di storia. Se il rap in Italia non ha ancora trovato la giusta chiave di volta è perché, a mio avviso, c’è molta confusione. Non abbiamo ancora capito se il rap è quello che ci canta Fedez, se è quello che ci propone Rocco Hunt o se è quello di leggende come Eminem. Non è sciacallaggio musicale?

Pur non stimandolo come artista, auguro a Rocco Hunt di trovare la sua vera identità. Sarà il prossimo vincitore di Sanremo Giovani? Probabile. Anzi, mi stupirei del contrario. In fondo, si sa: anche a Miss Italia, alla fine, vince sempre la più brutta.

Giuseppe Della Mura
Responsabile Redazione Musicale e Culturale di Radio PRIMARETE
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