Provincia di Caserta

Prima esigono tassi usurai e poi lo minacciano di morte

Minacce di morte contro i commercianti che non volevano pagare.

Così il 69enne Arturo Pagano ed il 26enne Ivan Pulito spaventavano chi non voleva cedere ai ricatti per estorsione e usura.

Per i due è scattata un’ordinanza di custodia cautelare (custodia in carcere e arresti domiciliari) eseguita dai carabinieri della stazione di Carinola ed emessa dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura.

L’indagine è partita nell’agosto 2014 ed è stata condotta coordinata dai pubblici ministeri della Sezione criminalità economica della Procura di Santa Maria Capua Vetere e trae origine dalla denuncia di un fabbro al quale Pagano e Pulito si erano rivolti per subentrare ad un prestito che il fratello aveva contratto con i due tempo addietro e che non aveva ancora restituito.

Il fabbro, dopo essersi opposto al pagamento, ha ricevuto numerose minacce di morte sia tramite telefono sia con incursioni all’interno dell’attività commerciale. Dopo la denuncia, i carabinieri di Carinola hanno intercettato e parlato con l’uomo che inizialmente aveva contratto il debito il quale ha raccontato le modalità con cui Pagano e Pulito si erano mossi.

In pratica l’uomo, che con la sua attività era in difficoltà economica, si era rivolto ai due chiedendo 10 mila euro che poi doveva ripagare in rate mensili aggravate da tassi di interesse elevatissimi.

A causa di questi numerosi esborsi, l’uomo era andato ancora più in difficoltà e, nell’agosto del 2013, ha chiesto altri 10 mila euro agli stessi uomini, ma la situazione non è migliorata ed anzi è stato costretto a chiudere anche la sua attività.

Le fonti di prova acquisite, costituite dalle dichiarazioni della vittima, nonché da alcune registrazioni di dialoghi tra lo stesso e gli indagati, hanno consentito di accertare gravi responsabilità in capo a Arturo Pagano e al suo collaboratore di fiducia, Ivan Pulito il quale non solo era a conoscenza del patto usuraio concordato, ma partecipava consapevolmente agli incontri con la vittima finalizzati alla determinazione del quantum dovuto, intervenendo, tra l’altro, in prima persona per sollecitare la corresponsione delle rate mensili.

Pagano è stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, mentre Pulito è stato posto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

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