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JuveCaserta: una telenovela senza fine…

In assenza di notizie (e, soprattutto, di notifiche) da Roma, in queste ore si parla di JuveCaserta con particolare riferimento a ricorsi e strategie difensive, valutazioni legali di varia natura ed aspetti societari sconosciuti ai più.

Noi di RPR non abbiamo notizie da Malagò e, ovviamente, nemmeno da Petrucci, per cui forti solo di reminiscenze universitarie (chiedo venia anticipatamente Prof. Abbamonte) e di colloqui telefonici con un paio di amministrativisti proviamo a ragionare con voi maccheronicamente, premettendo, doverosamente, che in diritto 2+2 non sempre fa 4, anzi!.

Le questioni in ballo sono, sostanzialmente, queste: si può proporre ricorso al TAR (Lazio, nel caso in questione) “al buio”? La risposta unanime è si, tecnicamente è possibile impugnare (appunto, al buio) il dispositivo del provvedimento.

Sub 1: questa strategia è la più efficace? Sull’efficacia di tale azione gli stessi legali interpellati non sono concordi (è il bello/brutto di questa Italia in cui ogni giudice è un Tribunale autonomo…) e nutrono dubbi, ovviamente diversi.Quali? Beh, in primis il rischio è quello che, in caso di diniego della sospensiva del provvedimento di non ammissione al campionato di A della JC chiesta “al buio”, potrebbero essere preclusi altri rimedi e scorrerebbero prematuramente i titoli di coda anche sulla vicenda giudiziaria.

Ed ancora: ma Iavazzi ‘sto ricorso lo vuole fare o la sua è solo una pratica dilatoria? Secondo i rumors (rectius “si dice”, che meglio si attaglia ad una realtà paesana coma la nostra), Iavazzi ha già conferito l’incarico di predisporre il ricorso al TAR Lazio ad un collegio di avvocati al quale sta per aggiungersi un amministrativista cassazionista casertano molto noto.
I legali della società bianconera stanno studiando,già dai primi di agosto, un carteggio che ci descrivono come piuttosto voluminoso e, stante la delicatezza della vicenda che sta a cuore all’intera provincia, pur avendo di fatto già predisposto l’atto in base agli elementi di cui sono a conoscenza, intenderebbero comunque attendere le motivazioni per evitare che un ricorso “al buio” possa poi rivelarsi un boomerang letale.

Aspettare le motivazioni: è una strategia giusta? Sui social abbiamo visto girare di tutto: un interessante estratto di una sentenza della I sezione del TAR Lazio;opinioni in libertà espresse copiosamente, ma non sempre supportate dalla lettura di qualche riga di testi giuridici ed abbiamo letto pareridi legali riportati da autorevoli colleghi (ovviamenteanche questi pro e contro la proposizione di un’impugnativa “al buio”…).
Sappiamo bene che ogni caso è diverso da un altro, per cui premesso che, come in ogni contenzioso, la strategia difensiva è prerogativa esclusiva dell’avvocatoe rientra nella sua specifica competenza (e responsabilità) professionale, ci sembra che l’assonanza con casi richiamati che appaiono analoghi (quello della Paganese, per intenderci), benché formalmente (anche se parzialmente) corretta, potrebbero rivelarsi fallace per quello che abbiamo scritto prima (copia e incolla: in Italia ogni giudice è un Tribunale autonomo…).
Nota personale: ho scelto di non svolgere la professione forense, ma se proprio dovessi decidere preparerei il ricorso al TAR, ma aspetterei il termine ultimo concessomi ed acquisirei tutte le informazioni possibili…ma non sono il legale della JC (direi per fortuna!).

Tutto ciò, mentre si attende con ansia forse eccessiva che il CONI e la FIP vogliano rendere note le illuminanti motivazioni delle loro decisioni.
Non vogliamo prendere parte nella disputa pro/contro Iavazzi sport molto in voga nella nostra città, non ce ne vogliano Volalto e Casertana); certo è che se la decisione è stata così chiara, fresca (e purtroppo non dolce per la Nostra) e soprattutto di lapalissiana evidenza (come appare chiaro quasi a tantissimi), perché non pubblicare subito le motivazioni e così ci leviamo la curiosità, tanto il tiro alla Croce Rossa (leggi JC) è ormai finito!
Invece il sito della Alta (?) Corte è fermo a: “Nel giudizio iscritto al R.G. ricorsi n. 77/2017, presentato, in data 19 luglio 2017, dalla società Basket Juvecaserta s.r.l., contro la Federazione Italiana Pallacanestro (F.I.P.) avverso la delibera n. 4/2017 (di cui allo stralcio C.U. n. 25 del 14 luglio 2017 del Consiglio Federale FIP, tenutosi in pari data) notificata in data 17 luglio u.s., con la quale il Consiglio Federale ha disposto la non ammissione della società ricorrente al Campionato di Serie A per l’anno sportivo 2017/2018”.

Forse è meglio farsi il Ferragosto in pace su qualche yacht e lasciare che a Caserta se la piangano tra loro?
Forse questi signori non si rendono conto che dietro il loro burocratese espresso in forma arcaica c’è un popolo, quello bianconero, che soffre ogni giorno di più. Fateci sapere, con esattezza, le colpe di Iavazzi così da poterlo crocifiggere allegramente (ovviamente trattasi di ironia…) in piazza Vanvitelli. Forse , forse , forse…
Di contro, se fosse fondato ciò che disse in conferenza stampa l’avv. Cicala (palese doppiopesismo fatale alla Juve) e gli Organi di cui sopra avessero qualche pecca? Dateci almeno il tempo di capire se il basket a Caserta si può salvare.

Con questo proposito pare stia montando qualcosa più di un’idea: si vorrebbe provare ad ottenere una wild card per la B (difficile, considerato che i calendari sono stati già stilati e l’ultima ripescata Palermo è stata spedita nel girone A, quello nordista), giocando in Viale Medaglie d’Oro.
Dietro l’iniziativa ci sarebbero appassionati di lunga data (anche fortemente critici con Iavazzi) e persone che della JuveCaserta (nelle sue varie denominazioni) hanno già fatto parte in passato dalla B2 alla A. Qualcuno dice, addirittura (per tornare all’idea paesana della surruferita modalità comunicativa), che al fianco di questo progetto ci sarebbe anche la benedizione di Palazzo Castropignano.
Anche su questo però l’ambiente è spaccato nelle sue tante anime che si riaggregano all’occorrenza.
Dal “no alla B” a “meglio una B dignitosa che una A squallida”, oppure “la JuveCaserta è un’altra cosa”, i vaffa a ripetizione, fino a “sono sicuro che il TAR ci riammetterà in A” e tante altre bizzarrie comunicative dettate probabilmente da un’estate troppo calda e, per questo, purtroppo indimenticabile…

(Eugenio Simioli)

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