Cronaca Provincia di Caserta Sindacato

Operaio morto sul lavoro a Capodrise. Fillea e Cgil “Agire subito, fermare il bagno di sangue!”

Ennesimo incidente mortale sul lavoro, stavolta avvenuto in un cantiere in via Retella a Capodrise dove un’operaio, Mario Cantiello di 59 anni, residente a Santa Maria Capua Vetere, è morto dopo essere precipitato da un’altezza di circa 4 metri.

Secondo una prima ricostruzione, l’operaio si trovava su una passerella fatta di tavole di legno quando, per motivi ancora in corso di accertamento, ha perso l’equilibrio ed è caduto. L’impatto con il suolo purtroppo gli è stato fatale.

All’arrivo dell’ambulanza i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Il 59enne – regolarmente assunto dall’impresa di costruzioni – è morto sul colpo.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Marcianise unitamente al Servizio di Prevenzione Infortuni sui luoghi di lavoro dell’Asl.

Il cantiere, come da prassi, è stato posto sotto sequestro per i rilievi del caso.

I carabinieri indagano anche per verificare se all’interno del cantiere fossero o meno rispettate le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Sul caso è stata informata l’autorità giudiziaria della Procura di Santa Maria Capua Vetere ed il pm di turno ha disposto il sequestro del corpo.

La salma del malcapitato operaio è stata trasferita all’istituto di medicina legale della’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta per l’autopsia.

In Campania sono 18 i morti nel settore dell’edilizia mentre nella provincia di Caserta sono già 20 i lavoratori che hanno perso la vita nei vari settori dall’inizio dell’anno.

Dai riscontri fatti con la Cassa Edile – dichiara Irene Velotti, segretaria generale FILLEA CGIL di Caserta – Mario Cantiello, che a giugno prossimo avrebbe compiuto 60 anni, ci risulta inquadrato come impiegato edile e non come operaio di cantiere per cui non doveva essere sul ponteggio, ma attendiamo tutte le indagini degli organi preposti per capire la dinamica dell’infortunio mortale”.

Le cause delle morti sul lavoro nel settore dell’edilizia sono sempre le stesse da decenni e le cadute dall’alto primeggiano, basta girare per cantieri per rendersi conto che la sicurezza, il più delle volte,  non appartiene ai cantieri” denuncia Velotti che aggiunge “Con la pandemia, se possibile, la situazione è peggiorata. La mancanza di controlli su un territorio così complicato, fatto di lavoro nero e grigio, nonostante la ripresa economica del settore, rende il lavoro in cantiere altamente rischioso per la salute e sicurezza dei lavoratori”.

Bisogna fare presto ad approvare il decreto sicurezza con le modifiche apportate nella conversione del decreto 146/2021, per poi mettere in campo tutte le azioni tese a salvare la vita di chi esce di casa la mattina per lavorare. Se, come ci dicono i dati, a Caserta c’è stata – conclude Velotti – una ripresa negli ultimi mesi del settore edile in termini economici, non vi è una corrispondenza però con la crescita lavorativa e qualitativa del settore delle costruzioni: il timore è che le risorse stanziate con i vari bonus stiano andando verso il profitto e non verso la sicurezza, la tutela e il reddito dei lavoratori

Quello che registriamo in provincia di Caserta è un bilancio drammatico, non degno di un paese civile su cui non possiamo che continuare a denunciare l’immobilismo delle istituzioni preposte al controllo e alla prevenzione” aggiunge il segretario generale della Camera del Lavoro di Caserta, Matteo Coppola che aggiunge: “Solo poche settimane fa, in occasione di un’altra tragedia, chiedevamo ancora una volta vigilanza serrata sugli appalti, rispetto delle norme di sicurezza, patente a punti per le aziende, nuovo personale di controllo. È ora di rilanciare il tavolo interistituzionale sulla sicurezza sul lavoro con prefettura, enti coinvolti e parti sociali, chiesto dai sindacati. Quanti altri lavoratori e lavoratrici devono morire perché in questo paese si decida di agire, una volta e per tutte?

Anche per questo – conclude Coppola –  perché non si debba andare al lavoro con la paura di non poter più tornare dalle proprie famiglie e dai propri cari, giovedì saremo a Roma: perché non c’è giustizia sociale in Italia senza il diritto alla sicurezza sul lavoro”.

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