Approfondimento Caserta Cultura

Anche “Pax Christi” esprime perplessità e preoccupazioni sul futuro dell’area ex-MaCRiCo di Caserta

Anche Pax Christi, Movimento Cattolico Internazionale per la Pace, interviene tramite il Consigliere Nazionale Stefano Angelone sul futuro dell’area Ex-MaCRiCO di Caserta.

L’area, di proprietà dell’IDSC (Istituto Diocesano Sostentamento Clero) di cui è presidente don Antonello Giannotti, è oggetto di un progetto a cura della Fondazione “Casa Fratelli Tutti”, nata dopo che il Vescovo di Caserta Pietro Lagnese, poco dopo il suo insediamento, ebbe a dichiarare pubblicamente la volontà di preservare l’area da ogni speculazione e cementificazione per restituire alla collettività il grande “polmone verde” nel centro città.

Ma il “cammino” di questo progetto sta destando non poche perplessità nell’oltre 30 associazioni che da oltre un ventennio si battono affinché all’area, tramite l’approvazione di una delibera di Variante al Piano Regolatore Generale, sia riconosciuta la destinazione urbanistica F2 – Verde di uso pubblico, e quindi diventi un’area totalmente inedificabile.

“Sono 30 ettari che, nel centro della città di Caserta, su ex zona militare la natura ha riconquistato i suoi spazi; merli, gazze, il picchio e una colonia di pappagalli, un vero angolo di natura da salvaguardare, a cui – afferma Pax Christi – siamo obbligati a prendercene cura come la Casa Comune in accordo alla Laudato si’ (NdR: Laudato si’ è un’enciclica di Papa Francesco pubblicata nel maggio 2015. Si focalizza sulla cura dell’ambiente naturale e delle persone nonché su questioni più ampie del rapporto tra Dio, gli esseri umani e la Terra. Il sottotitolo dell’enciclica, “Sulla cura della nostra casa comune”, sottolinea questi temi chiave)

“L’area è ora oggetto di un progetto di rigenerazione urbana il cui masterplan dello studio di Alvisi Kirimoto prevede la realizzazione di sei parchi tematici, 786 m di percorsi d’acqua, 511 alberi, un progetto attento alla sostenibilità e basato sul principio dell’economia integrale.

Osservando attentamente – continua la nota – il masterplan e le indicazioni, non se ne individua la destinazione urbanistica d’uso: inedificabile, verde pubblico (F2), centri commerciali e ristoranti con annessi campetti sportivi e parcheggi (F3/F4), ci potrebbe essere tutto ciò che non è compatibile con un Parco Verde e nemmeno con la Laudato si’.“

“In una città dove queste realtà sono sperimentate e ben diffuse, dove il cemento ha sostituito i “campi”, e le ultime aree verdi sono assaltate da nuovi cantieri, il futuro del Campo Laudato si’ senza una destinazione urbanistica d’uso – afferma Angelone – è messo in dubbio sulla sua vera funzione e fruizione da parte dei cittadini come parco verde pubblico; cosa ne è stato della raccolta firme dei cittadini, 10.000 nel 2002, 2500 in una successiva raccolta interrotta dal Covid e poi ripresa, alla chiara richiesta Macrico destinazione d’uso F2?”

“Si legge inoltre che 48.820 mq di edifici saranno rigenerati e che sarà dimezzato l’edificato; non c’è un dato ufficiale delle volumetrie presenti e future espresse in metri cubi.

Con un preventivo di spesa di 180 mln di euro, con finanziamenti privati chissà, che i 48.820 mq non si possano sviluppare in altezza!

Sull’area insistono dei vincoli che non possono essere ignorati, la realizzazione di una volumetria verticale mette in discussione lo storico parametro urbanistico sulla limitazione delle altezze.

Una cifra così alta – conclude Pax Christi – non è giustificabile né moralmente accettabile ed è in opposizione allo spirito della enciclica Fratelli Tutti.”

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