Cronaca

Cerca di ripararsi dal freddo e muore carbonizzato nel rogo della baracca in cui viveva

Un uomo è morto in un incendio che si è sviluppato poco dopo la mezzanotte di ieri sera in via Vicinale Torre in una baracca in mezzo alle campagne tra Lusciano e Parete.

Il cadavere carbonizzato è stato recuperato dai Vigili del Fuoco mentre l’area è stata sequestrata dai Carabinieri che indagano sulla vicenda.

Secondo i primi accertamenti, l’incendio sarebbe stato causato da una fuga di gas di una bombola che serviva ad alimentare un fornello per cucinare.

L’uomo, dopo essersi recato a cena da un amico in una baracca vicina, era tornato nel suo alloggio per riposare dopo una giornata di lavoro. Dato il freddo intenso di questi giorni, avrebbe verosimilmente acceso il fornellino per tentare di riscaldarsi e poi si è addormentato, non accorgendosi che qualcosa ha preso fuoco al punto tale che le fiamme, nel bruciare la baracca, lo hanno avvolto nel rogo.

A morire in questo modo orrendo è stato purtroppo Hammed, un extracomunitario da 30 anni in Italia che lavorava lì come bracciante.

Un episodio che mai dimenticherò!” ha raccontato il Sindaco di Lusciano, Nicola Esposito, recatosi in piena notte insieme ai Carabinieri di Lusciano nelle campagne di Via Vicinale Torre dopo che alcuni residenti della zona avevano lanciato l’allarme di un incendio in corso.

Arrivati sul posto, ho assistito – continua Esposito – ad una scena terribile: una piccola “baracca”, costruita forse per ripararsi dal freddo, totalmente invasa dalle fiamme ed un corpo di una persona ormai quasi del tutto carbonizzato.

In mattinata poi mi sono recato nuovamente sul posto accompagnato dalla Protezione Civile di Lusciano e dal Tecnico del Comune, Arch. Nicola Costanzo, per capire se la zona interessata rientrasse o meno nel territorio di Lusciano.

Dalle rilevazioni e le seguenti visure, la zona interessata è parte di Lusciano – ha aggiunto – ed abbiamo quindi trasmesso tutti i dati alla Caserma dei Carabinieri di Lusciano per le indagini del caso al fine di dare un senso a quanto successo. Abbiamo accertato che il terreno è gestito da un affittuario di Lusciano che ora dovrà chiarire la sua posizione con gli inquirenti. È probabile che la vittima fosse un bracciante in quanto, a poche decine di metri dalla sua baracca, ce n’era un’altra vuota con degli attrezzi. Di certo è una zona isolata, difficile da raggiungere con i pantani creati dalle abbondanti piogge.

Quanto successo – ha concluso Esposito – è una cosa bruttissima che fa riflettere tanto. Non sapevamo che una persona vivesse in simili condizioni. Non è dignitoso morire in questo modo. A nome del comune di Lusciano e dei miei concittadini esprimo il più profondo cordoglio.

In mattinata si sono recati sul posto anche il coordinatore del Comitato “Don Peppe DianaSalvatore Cuoci ed il sindacalista ivoriano Aboubakar Soumahoro, ben noto in zona in quanto impegnato da tempo a contrastare questa schiavitù del nostro tempo.

Hammed – ha affermato Curci – è morto di stenti e di freddo, stremato dallo sfruttamento. Da solo, senza nemmeno una mano da stringere. Dinanzi alla sua morte, siamo tutti colpevoli.”

È un olocausto moderno, silenzioso e senza fine. Hammed – ha detto a sua volta Soumahoro – è solo l’ultima vittima di un sistema culturale che non integra, ma esclude.  E, se le cose non cambieranno in fretta, ci saranno ancora tanti Hammed che neanche più verranno contati“.

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